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La storia a puntate intitolata « Il ritratto incosciente di una tavola » – basata su due personaggi principali, mio nonno Zvanì (1973-1936) et il poeta Giovanni Pascoli (1855-1912), – si svolge in una parte d’ Italia da me particolarmente amata: l’Émilia-Romagna da Bologna a Rimini.
Foto : Collezione Fratelli Merloni. Riproduzione vietata
Circa cento anni fa, nella sala da pranzo di una casa di campagna spartana, ma accogliente, si era appena finito di cenare. Sulla tavola, tra le salviette in disordine, una bottiglia di vino rosso dall’etichetta raffinata dominava il campo di battaglia dove le brocche vuote e le ampolle semipiene dell’olio e dell’aceto riflettevano à metà la luce color arancio del lampadario, acquistato a Bologna in occasione del matrimonio dei due ospiti. Questi ultimi erano seduti di fronte, un pò discosti dalla tavola, contro la credenza con gli sportelli di vetro. Tutti i presenti, invece, erano allineati sul fondo della stanza per lasciare campo libero al fotografo. Tutte le sedie che avrebbero intralciato il primo piano della foto erano scomparse. Questo accorgimento ideato dal fotografo crea una strano sfasamento. Infatti, sul lato destro della foto, in posizione privilegiata, un uomo in giacca nera è comodamente seduto nel posto che ha occupato per tutta la serata. È senza dubbio il protagonista di questo incontro, dove il carattere familiare dei rapporti tra le persone sembra arricchirsi o, forse, viziarsi un pò a causa di un avvenimento che i presenti stanno festeggiando o, piuttosto, celebrando. Che cosa sta accadendo? Dove ci troviamo? Fuori, fa freddo. La notte è caduta di colpo, tra stelle di ghiaccio. L’uomo giovane, in questo momento rigido e immobile nel fondo della stanza che l’unica lampada non può illuminare, farà molta attenzione a non scivolare sul selciato, quando uscirà dal giardinetto per attraversare la strada e salire verso la sua stanza, i guanti aggrappati alla balaustra di ferro.
Quanto al fotografo, questo uscirà dal vocio « confuso » della casa senza entusiasmo e senza pensieri. È ancora giovane e perfettamente abituato all’accoglienza spartana della piccola pensione dove dormirà questa notte. Nessuno, in ogni caso, si occupa di lui, l’uomo invisibile, né del suo ingombrante apparecchio. Inoltre, attorno alla tavola, in quel momento, c’è un bel calduccio.
Il giorno in cui ho trovato, avvolta in un fazzoletto, questa lastra scura — la sola instantanea a colori che io possegga del mio nonno paterno — ho subito riconosciuto la tavola, la credenza et il lampadario. Dunque, sono sicuro che questa riunione è avvenuta a Sogliano sul Rubicone, in Romagna, nella casa dei cugini del mio antenato amato et illustre, di cui porto, senza alcun merito, il nome e il cognome…
Giovanni Merloni
écrit ou proposé par : Giovanni Merloni. Première et Dernière modification 20 mai 2013
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