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il ritratto incosciente

~ ritratti di persone e paesaggi del mondo

il ritratto incosciente

Archives Mensuelles: décembre 2014

Oramai quasi niente mi resta (Zazie n. 23)

30 mardi Déc 2014

Posted by giovannimerloni in poesie

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Zazie

001_rien ne reste 180

Oramai quasi niente mi resta

Mi confortano
questi segni di matita
su fogli a perdere
testimoni recalcitranti
e involontari
della mia capacità
estrema
di ragionare
o di sognare.

Mi consolano
i muri di questa prigione
definitiva
dove i miei desideri
si scontrano
come altrettante mani
rattrappite.

Mi lusinga
il ricordo
dell’infima resistenza
di questo velo ridicolo
di vetro o di cellophane
che separava il mio corpo
dal tuo,
che attirava
pericolosamente
la mia bocca ansimante
verso le tue labbra
miracolosamente vicine
ma ancora imprigionate
da quella pellicola
invisibile
appannata
inerte.

Mi calmano
o mi agitano
secondo i giorni
i ricordi
duri a morire
dei tuoi esili bordi.

Oramai quasi niente
mi resta
a parte l’eco
di un lamento introverso
di una confusione angosciosa
di una solitudine rabbiosa.

Mi resta, forse
la delineata prospettiva
di un solitario viaggio
tra gli ubriachi
tra i derelitti
tra i focosi paladini
di inutili battaglie
tra i rami
smorti e appassiti
di un bosco di cartapesta.

Mi resta, forse
questa foto
fatta a pezzi
bruciata, abbandonata
alle sevizie del vento,
questa foto che forse
non si cancella mai
come una tenda aerea
inafferrabile
che mi permetterei di chiamare
Amore.

Giovanni Merloni

TEXTE EN FRANÇAIS

Questa poesia è protetta da ©Copyright

La sorte di un « ex » (Zazie n. 22)

28 dimanche Déc 2014

Posted by giovannimerloni in poesie

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Zazie

001_le sort d'un ex 180

Giovanni Merloni, Bonnie & Clyde a Parigi, 2014

La sorte di un « ex » 

È una sorte nera
quella di un « ex »
ex generale
ex amante
ex mercante di bugie
ex uomo, ex donna
ex rimasuglio.

Va a finir male
anche
per questo canto d’amore
— di ieri —
che io e te
abbiamo trascinato
come un bambino
o un cancro.

Rasento l’esistenza
e ben vedo che non la muovo
per niente
che tutto diventa innato
anche la vita spietata
dei buoni
che noi fummo
degli ex buoni
che ora siamo.

Io sono un ex felice
un ex credulone
un ex illuso dello stupore
estasiato
che potevo suscitare.

Io sono un ex vanitoso
per l’invidia stravagante
che potevo conquistare
con le mie peripezie
esuberanti
con le mie prodezze
eccessive.

Sono un ex vivo
questo è il guaio.

Anche per me
è scomodo sparire
sarebbe più facile
incontrarmi ancora
nelle vite degli altri
nelle loro cravatte
nei loro caroselli impietosi
e anche nel loro caos
esecrabile.

Sarebbe facilissimo,
ma io morirei
ancor più di ora,
morirei per sempre
perché il mondo
non vuole specchi
e nemmeno la mia compassione
di ex sopravissuto.

Facendo finta di morire,
come una città russa
assediata,
il mondo brucerebbe
più di sempre
intorno
al mio ex corpo
accanendosi
contro la mia sorte
sempre più
esigua.

Giovanni Merloni

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Quella gioia fuggente (Zazie n. 17)

04 jeudi Déc 2014

Posted by giovannimerloni in poesie

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Zazie

001_palloccosa def 180

Quella gioia fuggente

È possibile ricostruire
il mondo di fuori
anche in prigione

ma ci vuole una fatica
immensa
ogni parola un giorno
del calendario
un segno su un muro
sempre più nero

costruire
come facevo da bambino
un capanno tra i rami
un soppalco segreto
senza le ragazze

è possibile vedere
prima di dormire
tante persone avventarsi
tra i suoni indistinti
rimbombanti
sul cuscino

e poi, d’incanto
come una domenica
in abiti freschi e puliti
rivivere in un istante
la mia storia
prima di entrare qua dentro
gli ultimi gesti
di una follia e di un dramma
che avevo subito
senza capirlo.

È possibile capire,
da qui dentro
questa rinuncia,
capire perché
tutto ciò sia avvenuto

perché
non ti sono corso dietro
e non ho lottato
contro la violenza del mondo,

perché
non ho rubato
distrattamente
allegramente
senza sensi di colpa
quella gioia fuggente,
inafferrabile
oramai.

Giovanni Merloni

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Mi sei vicina (Zazie n. 16)

02 mardi Déc 2014

Posted by giovannimerloni in poesie

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Zazie

001_enigmistica 180

Mi sei vicina

Un suono di telefono.
Poi due parole scontate,
un tentativo di sopraffazione
finché io parlo e tu taci
oppure sei tu che mi parli
e io credo davvero
di sprofondare.

Eppure mi sei vicina.

Non potrò mai scordare
le tue parole:
«Va bene, raccontami qualcosa»
«No, non di te… né di me»
«Basta, non voglio più
parlare».

Mi sei vicina
perché spero i tuoi baci
perché se sei seria, o anche cupa,
dentro di me tu ridi.

Anche se sei lontana
tu sei vicina.

Vedi, non c’è più
neanche una briciola
di orgoglio. Invece
di ucciderti nel mio cuore
invece di tradirti
io ti inseguo.

Vedi, sei qui, scolpita
in mezzo alla fronte,
nell’unico punto
dove arriva la luce.

Mi sei vicina.

002_ceramica nb paolo 180

Paolo Merloni, Disoccupato, ceramica, 1998

Giovanni Merloni

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