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il ritratto incosciente

~ ritratti di persone e paesaggi del mondo

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Archives Mensuelles: juillet 2014

Se la vita è lotta, 1974 (Stella n. 31)

31 jeudi Juil 2014

Posted by giovannimerloni in poesie

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Stella

001_si la vie 01 180

Se la vita è lotta

Se la vita è lotta
se i giorni sono ansanti salite
tra pietre rugose

Se tra le rughe della terra
salissero i glicini
verso le nostre labbra
alito di somiglianze
umide nella pioggia
asciutte nella sabbia
roventi tra le lenzuola

Se la vita sei tu
il tempo si allunga
e si accorcia
la ragione misura l’ansia
ma non l’arresta
disegna la via
che porta a te
ma tu resti nascosta
per sempre
da uno sguardo solitario,
nuovo alla vita

Se la vita
è il tuo passo veloce
la tua nuvola di trofei d’amore
se rinasco
dentro un letto
di sciolto ghiaccio
e ti sorrido
e mi avvicino a te
senza arrancare…

…eccoti qui.

002_si la vie 02 180

Come da un letto nuziale
colmo di fiori rosa dolciastri
mi appari cauta e silenziosa
timida e in attesa:
io credo in te.

Giovanni Merloni

TEXTE EN FRANÇAIS

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Una famiglia (Nuvola, 1970)

30 mercredi Juil 2014

Posted by giovannimerloni in poesie

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Nuvola

001_la lavandière 180

Una famiglia (1970)

C’era una volta
una lavandaia analfabeta
con le mani rosse e spaccate
con la faccia pallida di cenerentola
sempre sola in casa
con quella peste di suo figlio.

Quando il marito tornava
un orco dai denti tutti storti
e l’alito pesante
e l’arroganza di uno zingaro
la lavandaia cominciava a tremare
perché a forza di lavare
si dimenticava sempre
di cucinare.

E’ mai possibile? – urlò l’orco-porco
e si mise a inseguire la moglie
brandendo un enorme prosciutto.

Intanto il figlio piscione piangeva
disperatamente
il telefono suonava
la casa era allagata
invasa da barchette di giornale
e la lavandaia, per non sapere
né leggere né scrivere
piangeva e urlava:
Idiota, idiota,
idiota, porco idiota…

001_la lavandière 180 NB

Giovanni Merloni

écrit ou proposé par : Giovanni Merloni. Première et Dernière modification 30 juillet 2014

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Il saluto del vento, 1965 (Ambra n. 61)

29 mardi Juil 2014

Posted by giovannimerloni in poesie

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Ambra

001_le calme adieu du vent def 740

Il saluto del vento

Ci passano sopra mille spazzini
su queste foglie di novembre
sparse nel fango, saluto del vento.

La notte, sorpresa dai passi
si rintana nei deboli neon
di rare vetrine.

Che loro van via
lo sa solo chi è sveglio
chi – con loro – vede alzarsi
redivive le case e le scale
che c’erano ieri.

Dio solo lo sa perché
già, perché son scappati
(come ladri)
da quella locanda schifosa
senza vista sul mare?

Son due ombre difformi
in partenza, che scalciano
in mezzo alle foglie
il loro mattutino mutismo.

Non sa farsi adulto e gentile
questo umore di strada;
non è vivo né morto
questo amore frustrato
senza letti né tetti
e davvero ben vuote
son le loro pesanti valige.

Zigzagando malfermi
attorno al confine dell’alba
se ne vanni gli amanti
delle ore di sole
cercando nel buio
il saluto del vento.

Giovanni Merloni

TESTO IN FRANCESE

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Adesso, 1965 (Ambra n. 60)

29 mardi Juil 2014

Posted by giovannimerloni in poesie

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Ambra

001_à présent 180

Adesso

I
«Pensavo all’addio di due muti.
Sorridevo all’idea di due statue
che si confidano un segreto
inaccettabile.
Sghignazzavo immaginando
due malati che si avventano
a cuscinate
contro il muro invisibile
che li divide.
Scomparivo nella notte avara
di parole vedendo me e te
sprofondare, come i profili neri
di due isole, nel mare.»

II
Adesso sono aumentati
i piani di scale
per salire
su da te, per scendere
giù da me.

Adesso ci sommergiamo di parole
per paura
che il silenzio ci uccida.

Adesso ognuno di noi
sa di essere inutile
all’altro.

Adesso ognuno
si perde in un cerchio
ogni giorno più freddo
e lontano.

Eppure, perfino nelle nostre
parole più risapute,
aride, idiote,
sopravvive, insistente,
lo slancio sincero
di aderire a quei giorni
felici, beati,
spensierati,
quando le parole
si mescolavano ai baci,
quando — ti ricordi ? —
scendevamo io da Marte
tu da Venere
come due imperfetti
sconosciuti.

Giovanni Merloni

TEXTE EN FRANÇAIS

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I cavalloni (Prima dell’amore, n. 36)

28 lundi Juil 2014

Posted by giovannimerloni in poesie

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Prima dell'amore

001_paxos 1990 (63) 180

I cavalloni

Sotto l’acqua mille pesci
si inseguono tra le alghe
soli e muti
sotto la luce che filtra
un grigio tonno lotta
con un’aragosta
una sirena a occhi chiusi
traversa l’inchiostro
di mille calamari,
sotto i raggi incrociati
della luce nell’acqua
il mondo si riavvolge
senza sosta, rivelando
giardini segreti, assorbendo
in canti silenziosi
la voce segreta del mare.

002 Sardegna Paolo (36) 180

Si rivolta e si gonfia
intorno a me, l’onda
che mai si placa, l’onda
che non muore.

Noi siamo impotenti!

Nel lontano orizzonte
sempre diverso
per chi si avvicina
tutto si sperde:
laggiù il mare è cielo.

Addosso alla nave che viaggia
i cavalloni minacciosi
(sempre più gonfi e superbi)
vorrebbero annegarci
o solo carezzarci, ricoprirci
di sale che brucia, regalarci
un profumo di tempesta
oppure una morte violenta
senza scampo.

003_arcachon 19 180

Qualcuno,
impotente di fronte alla forza
di questi schiaffi inumani
di quest’acqua infinita
potrebbe perfino a odiare.

Amo la schiuma degli oceani
le alghe degli scogli
amo i bianchi cavalloni
che non sanno la loro forza.
Amo l’Oceano.

004 Sardegna Paolo (38) 180

Qui, nei nostri ripari,
non giungono balene
né ossa di pescecane.

Qui dove il mare sembra placarsi
ben altri cavalloni
che conoscono la loro forza
lacerano e schiacciano i cuori.

Noi siamo impotenti!
Raccogliamo e ci mettiamo in tasca
bianche meduse
e conchiglie di secoli.

Ma non sappiamo amare
chi è lontano da noi
chi ci ama senza capirci…

005_ringhiera 180

Giovanni Merloni

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Marine (Prima dell’amore, n. 35)

28 lundi Juil 2014

Posted by giovannimerloni in poesie

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Prima dell'amore

001_des marines 001 180

Una spina nella sabbia 

Una spina nella sabbia
tra le conchiglie
e un osso e una lisca.
Si vede
un uovo sporco
una buccia.

(Carezzo i tuoi capelli
nei tuoi occhi mi sperdo).

Non c’è un fiore
né un sasso lucido.
Lontano i pini volano
agitano le loro chiome.
Credo di amarti.
— Guarda che tuffo!
Annega! no, non è niente…

(Mi sperdo nei tuoi occhi
i tuoi capelli carezzo).

002_des marines 002 bis 180

Un cuore vulnerabile studia (maggio 1962)

Un cuore vulnerabile studia
il rimbombo delle onde
e il flusso di lacrime e di sale
su due palpebre
limpide.
Studia il suo silenzio
stando seduto
sull’accappatoio.
E vede venire
un velo profumato
due passi
che bruciano
nella sabbia.

Un cuore vulnerabile
è colpito d’improvviso
dal sospiro dell’amore
dallo sguardo dell’amore
dalla voce dell’amore.

003_des marines 003 180

Se il mare è profondo (ottobre 1962)

Se il mare è profondo
quanto è profondo il nostro amore

se le stelle sono luce
come è luce il nostro amore

se l’alba all’orizzonte è violacea
disfatta atterrita
eppure viva felice
come vivo e felice è il nostro amore

se mare e stelle e vita
e oceano e luce
e mutamenti
se tutte queste cose sono felici
il nostro amore
che è tutto questo – è felice.

Felice di passeggiare
qua e là per il mondo
e di respirare della sua vita.

Ma al nostro amore
non sappiamo dare un nome
che sia il suo vero nome
e un volto sincero che gli somigli
e un solo attimo
che basti
una sola profonda rivelazione.

Il nostro amore è un nulla
un piccolo sapore
una breve sensazione felice
un’attesa disperata.

004_des marines 004 180

Giovanni Merloni

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« Ciao » (Prima dell’amore n. 34)

28 lundi Juil 2014

Posted by giovannimerloni in poesie

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Prima dell'amore

001_ciao_testaccio 2 180

Ciao

Sono ancora
dentro gli orecchi
le parole
insieme alle luci gialle
ai rettangoli delle vetrine
ai muri
agli specchi di ghiaccio.

002_ciao testaccio 180

Sono ancora qui
le parole tue
dentro gli occhi che bruciano.

E si affacciano
sul mondo che cammina
dove il tuo sbadiglio
raggiunge le ombre
sfiorando una a una
le facce « qualunque »
sullo sfondo di case
dai muri scrostati.

003_ciao caffarella 180

Devo dire « ciao »
sulle rotaie dei tram
sotto i fili che si biforcano
sui gradini in salita
dove stanno morendo
gli echi stanchi ed opachi
di gioie dimenticate.

004_ciao_fontanone 180

Devo dirti « ciao »
dietro angoli oscuri
di strade angosciate
e ripetere « ti amavo »
al tuo freddo impermeabile.
« Aspetta, non te ne andare ».

Sulla china
sfioriamo la piccola ghiaia
scalciando i pensieri, ma intanto
assaggiamo nell’ultimo bacio
una triste paura.

« Io sono un uomo timido
che tace
aspettando una sola parola
tu sei un’ombra esile
che sogna indifferente ».

005_ciao_ponte sisto

Sono ancora
qui nelle orecchie
le tue parole.
Esili e perfino eleganti
si infilano
negli angoli oscuri
sui muri scrostati
nei rettangoli
delle vetrine.

Sono ancora qui
le parole, i loro soffi
caldi e taglienti.
« Ti amavo »
sussurrano i fili del cielo.
Io devo dire « ciao ».
« Aspetta, non te ne andare ».

Giovanni Merloni

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Nell’immenso respiro dell’alba (Prima dell’amore n. 33)

28 lundi Juil 2014

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Prima dell'amore

001_respiro dell'alba 01 480

Nell’immenso respiro dell’alba

Si riflettono
sulla vetrata
i gelidi colori dell’alba.
I tristi tuoi occhi
appaiono
e scompaiono senza ragione.

Senza scopo
ascolto il fragore lontano
di una morte precoce
fra i ghiacci e i crepacci,
e quel grido che lacera:
addio.

002_respiro dell'alba 02 480

Non riesco a sopportare
il lento transitare
dei giorni
vorrei invece fermare
per un lungo momento
la tua guancia vicino alla mia
le tue labbra…

003_respiro dell'alba 03 480

Sui davanzali
sugli stucchi dei vetri
sui piccioni solitari
si è arrestata la neve
mentre questo sussurro
si tramuta in sbadiglio
mentre questo sbadiglio
diventa dolore. Tace
ormai, in mezzo al bianco
il lamento notturno.
E dovunque c’è un velo,
un riflesso d’argento.

004_sospiro dell'alba 480

I treni ripercorrono
l’ultimo tratto
tra rocce brune
su binari di neve.

Il saluto
è un cenno
senza significato.

L’addio
è un sospiro mozzo
nell’immenso
respiro dell’alba.

005_respiro dell'alba 480

Giovanni Merloni

TEXTE EN FRANÇAIS

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Strisce leggerissime (Prima dell’amore n. 32)

28 lundi Juil 2014

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Prima dell'amore

001_des bandes 180

Strisce leggerissime

Strisce leggerissime
di nuvole
vanno col vento a seppellire
il promontorio
le creste dure di roccia.

Si fa più vago il riflesso
nella caletta
e si fanno più scure le ombre
dai contorni solenni.

Tu fuggi
e traversi la pineta
i sentieri di aghi pungenti.

002_pineta toscana 180 antique

Ti immergi nel buio.
La notte è scesa
sull’orizzonte
coprendo l’ultimo sguardo di intesa
salutando i monti
per primi
e ora ci assilla.

Contro il cielo
le statue immobili da secoli
su scale di marmo,
i bianchi sandali di Minerva
le frecce lucenti di Diana.

003_vernazza 180

Contro il cielo
le braccia distese
che non sanno afferrare.

Contro il cielo
i tuoi capelli
il tuo silenzioso sorriso.

Giovanni Merloni

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I cani li restituisco alla pioggia, 1965 (Ambra n. 59)

26 samedi Juil 2014

Posted by giovannimerloni in poesie

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Ambra

001_cocco 2 180

I cani li restituisco alla pioggia

Di noi due,
nessuno si pente più.

Nessuno cerca più
le parole adatte.

Nessuno aspetta
che sia sera
e poi
mattina.

Nessuno di noi vive
né spera.

Nessuno ha il coraggio
di dire
che non ci amiamo
più.

002_cocca a2 180

I cani li restituisco alla pioggia
che  ben bene li bagni
e al vento restituisco quel treno
che qui da te mi ha portato
perché tu mi restituisssi i giorni
che mi avevi tolto.

E domani, quando sarò partito
sotto la pioggia,
ti avvizzirai, nel vuoto
di una stazione
battuta dal vento.

Sarai sempre più sola
nello sterile affanno
di contare quei giorni
da riavere in cambio.

Giovanni Merloni

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