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il ritratto incosciente

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I cavalloni (Prima dell’amore, n. 36)

28 lundi Juil 2014

Posted by giovannimerloni in poesie

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Prima dell'amore

001_paxos 1990 (63) 180

I cavalloni

Sotto l’acqua mille pesci
si inseguono tra le alghe
soli e muti
sotto la luce che filtra
un grigio tonno lotta
con un’aragosta
una sirena a occhi chiusi
traversa l’inchiostro
di mille calamari,
sotto i raggi incrociati
della luce nell’acqua
il mondo si riavvolge
senza sosta, rivelando
giardini segreti, assorbendo
in canti silenziosi
la voce segreta del mare.

002 Sardegna Paolo (36) 180

Si rivolta e si gonfia
intorno a me, l’onda
che mai si placa, l’onda
che non muore.

Noi siamo impotenti!

Nel lontano orizzonte
sempre diverso
per chi si avvicina
tutto si sperde:
laggiù il mare è cielo.

Addosso alla nave che viaggia
i cavalloni minacciosi
(sempre più gonfi e superbi)
vorrebbero annegarci
o solo carezzarci, ricoprirci
di sale che brucia, regalarci
un profumo di tempesta
oppure una morte violenta
senza scampo.

003_arcachon 19 180

Qualcuno,
impotente di fronte alla forza
di questi schiaffi inumani
di quest’acqua infinita
potrebbe perfino a odiare.

Amo la schiuma degli oceani
le alghe degli scogli
amo i bianchi cavalloni
che non sanno la loro forza.
Amo l’Oceano.

004 Sardegna Paolo (38) 180

Qui, nei nostri ripari,
non giungono balene
né ossa di pescecane.

Qui dove il mare sembra placarsi
ben altri cavalloni
che conoscono la loro forza
lacerano e schiacciano i cuori.

Noi siamo impotenti!
Raccogliamo e ci mettiamo in tasca
bianche meduse
e conchiglie di secoli.

Ma non sappiamo amare
chi è lontano da noi
chi ci ama senza capirci…

005_ringhiera 180

Giovanni Merloni

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Marine (Prima dell’amore, n. 35)

28 lundi Juil 2014

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Prima dell'amore

001_des marines 001 180

Una spina nella sabbia 

Una spina nella sabbia
tra le conchiglie
e un osso e una lisca.
Si vede
un uovo sporco
una buccia.

(Carezzo i tuoi capelli
nei tuoi occhi mi sperdo).

Non c’è un fiore
né un sasso lucido.
Lontano i pini volano
agitano le loro chiome.
Credo di amarti.
— Guarda che tuffo!
Annega! no, non è niente…

(Mi sperdo nei tuoi occhi
i tuoi capelli carezzo).

002_des marines 002 bis 180

Un cuore vulnerabile studia (maggio 1962)

Un cuore vulnerabile studia
il rimbombo delle onde
e il flusso di lacrime e di sale
su due palpebre
limpide.
Studia il suo silenzio
stando seduto
sull’accappatoio.
E vede venire
un velo profumato
due passi
che bruciano
nella sabbia.

Un cuore vulnerabile
è colpito d’improvviso
dal sospiro dell’amore
dallo sguardo dell’amore
dalla voce dell’amore.

003_des marines 003 180

Se il mare è profondo (ottobre 1962)

Se il mare è profondo
quanto è profondo il nostro amore

se le stelle sono luce
come è luce il nostro amore

se l’alba all’orizzonte è violacea
disfatta atterrita
eppure viva felice
come vivo e felice è il nostro amore

se mare e stelle e vita
e oceano e luce
e mutamenti
se tutte queste cose sono felici
il nostro amore
che è tutto questo – è felice.

Felice di passeggiare
qua e là per il mondo
e di respirare della sua vita.

Ma al nostro amore
non sappiamo dare un nome
che sia il suo vero nome
e un volto sincero che gli somigli
e un solo attimo
che basti
una sola profonda rivelazione.

Il nostro amore è un nulla
un piccolo sapore
una breve sensazione felice
un’attesa disperata.

004_des marines 004 180

Giovanni Merloni

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« Ciao » (Prima dell’amore n. 34)

28 lundi Juil 2014

Posted by giovannimerloni in poesie

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Prima dell'amore

001_ciao_testaccio 2 180

Ciao

Sono ancora
dentro gli orecchi
le parole
insieme alle luci gialle
ai rettangoli delle vetrine
ai muri
agli specchi di ghiaccio.

002_ciao testaccio 180

Sono ancora qui
le parole tue
dentro gli occhi che bruciano.

E si affacciano
sul mondo che cammina
dove il tuo sbadiglio
raggiunge le ombre
sfiorando una a una
le facce « qualunque »
sullo sfondo di case
dai muri scrostati.

003_ciao caffarella 180

Devo dire « ciao »
sulle rotaie dei tram
sotto i fili che si biforcano
sui gradini in salita
dove stanno morendo
gli echi stanchi ed opachi
di gioie dimenticate.

004_ciao_fontanone 180

Devo dirti « ciao »
dietro angoli oscuri
di strade angosciate
e ripetere « ti amavo »
al tuo freddo impermeabile.
« Aspetta, non te ne andare ».

Sulla china
sfioriamo la piccola ghiaia
scalciando i pensieri, ma intanto
assaggiamo nell’ultimo bacio
una triste paura.

« Io sono un uomo timido
che tace
aspettando una sola parola
tu sei un’ombra esile
che sogna indifferente ».

005_ciao_ponte sisto

Sono ancora
qui nelle orecchie
le tue parole.
Esili e perfino eleganti
si infilano
negli angoli oscuri
sui muri scrostati
nei rettangoli
delle vetrine.

Sono ancora qui
le parole, i loro soffi
caldi e taglienti.
« Ti amavo »
sussurrano i fili del cielo.
Io devo dire « ciao ».
« Aspetta, non te ne andare ».

Giovanni Merloni

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Nell’immenso respiro dell’alba (Prima dell’amore n. 33)

28 lundi Juil 2014

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Prima dell'amore

001_respiro dell'alba 01 480

Nell’immenso respiro dell’alba

Si riflettono
sulla vetrata
i gelidi colori dell’alba.
I tristi tuoi occhi
appaiono
e scompaiono senza ragione.

Senza scopo
ascolto il fragore lontano
di una morte precoce
fra i ghiacci e i crepacci,
e quel grido che lacera:
addio.

002_respiro dell'alba 02 480

Non riesco a sopportare
il lento transitare
dei giorni
vorrei invece fermare
per un lungo momento
la tua guancia vicino alla mia
le tue labbra…

003_respiro dell'alba 03 480

Sui davanzali
sugli stucchi dei vetri
sui piccioni solitari
si è arrestata la neve
mentre questo sussurro
si tramuta in sbadiglio
mentre questo sbadiglio
diventa dolore. Tace
ormai, in mezzo al bianco
il lamento notturno.
E dovunque c’è un velo,
un riflesso d’argento.

004_sospiro dell'alba 480

I treni ripercorrono
l’ultimo tratto
tra rocce brune
su binari di neve.

Il saluto
è un cenno
senza significato.

L’addio
è un sospiro mozzo
nell’immenso
respiro dell’alba.

005_respiro dell'alba 480

Giovanni Merloni

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Strisce leggerissime (Prima dell’amore n. 32)

28 lundi Juil 2014

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Prima dell'amore

001_des bandes 180

Strisce leggerissime

Strisce leggerissime
di nuvole
vanno col vento a seppellire
il promontorio
le creste dure di roccia.

Si fa più vago il riflesso
nella caletta
e si fanno più scure le ombre
dai contorni solenni.

Tu fuggi
e traversi la pineta
i sentieri di aghi pungenti.

002_pineta toscana 180 antique

Ti immergi nel buio.
La notte è scesa
sull’orizzonte
coprendo l’ultimo sguardo di intesa
salutando i monti
per primi
e ora ci assilla.

Contro il cielo
le statue immobili da secoli
su scale di marmo,
i bianchi sandali di Minerva
le frecce lucenti di Diana.

003_vernazza 180

Contro il cielo
le braccia distese
che non sanno afferrare.

Contro il cielo
i tuoi capelli
il tuo silenzioso sorriso.

Giovanni Merloni

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Villa Borghese (Prima dell’amore, n. 31)

13 dimanche Juil 2014

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Prima dell'amore

001_villa borghese - copie

Villa Borghese

I
La mia città
ê una donna discinta
maliziosa
che si stende
in un amplesso sconcio.

E’ una maga ipocrita
che dorme
insieme a noi.
Non ha visto il tramonto
né le prime stelle
né la morte
che è entrata nei viali.
E’ rosa è serena è invitante.

Non ha visto la morte
ma dorme
insieme a noi.

II
Ieri abbiamo sfiorato
le statue di marmo
le fitte siepi
ignari di violare l’incanto
di Villa Borghese.

Addosso ai pini
— alte giraffe
dalle cortecce lucenti —
gli allori agitano le loro
foglie odorose,
mentre noi
tratteniamo il respiro
sprofondando
nei prati bagnati
da mille rugiade.

Stravolto, non capisco
questa bianca luce.
In questo strano
silenzio, non riesco
nemmeno a sfiorare
il tuo braccio.

Passeggiandomi accanto,
senza incanti, tu canti
la serenità
tu invochi la libertà,
ma non c’è fierezza
nei tuoi occhi
non c’è pietà
nei tuoi voti.

Non sei sincera
non sei che un’ombra falsa
di questa pace vera.

Non ti credo,
ma quando mi chiami
dal bordo della fontana,
nascosta
dietro una colonna
di edera,
quando mi accarezzi
col vento del tuo
profumo (impregnato di pioggia
e di muschio)
mi sorprende
irresistibile
la scia che ti insegue:
un sospiro nella ghiaia
del viale
un saluto breve in una
foglia
un bacio leggero
sulla tua bocca
chiusa.

Giovanni Merloni

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Se n’è andato (Prima dell’amore n. 30)

13 dimanche Juil 2014

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Prima dell'amore

001_campo de fiori anni 80 180

Se n’è andato

Ho piantato nella serra semi di ciclamino
Ho scritto una lunga lettera alla mia ragazza
Ho bevuto quattro tazze di caffè amaro
Ho ricopiato a macchina quel che vi lascio
Ho ascoltato il ruscello
Ho dormito fino alle tenebre
Ho letto un versetto della Bibbia di pelle
Ho ascoltato una musica in religioso silenzio
Ho chiuso tutte le finestre e le luci
Ho fumato una nazionale fino al filtro
Ho sparato senza colpirmi
Ho sparato ancora tre volte
(e sono stramazzato al tappeto).

Ho sentito che mi portavano all’obitorio
Ho ascoltato tre parole: se n’è andato.

002_statues saint-denis 180

Giovanni Merloni

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Le ciglia si muovono con assurda lentezza (Prima dell’amore, n. 29)

13 dimanche Juil 2014

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Prima dell'amore

001_ada 180

Le ciglia si muovono con assurda lentezza

Le ciglia
si muovono con assurda lentezza
sulle palpebre opache
(è tardi sulle panche
e sui tavolini)
e io sto guardando da troppi attimi
i capelli di velluto
e la tua pelle bianca
il tuo sorriso.

(Sui muri segni indecifrabili
e lungo le ombre che salgono
– dietro i vetri, se ti soffermi
scopri il lento nostro andare
scopri le luci
che scintillano sangue
di ferite
sangue di dolore sparso
scopri
negli sguardi sull’asfalto
una buia sera
e gli occhi di cenere della luna
che vi si specchia).

E’ troppo tardi
sui campanili, sui ciottoli
sui tetti delle baracche.
Gli occhi come quelli della morte.
Una smorfia avvolge
je piccole ombre. La muta dei cani
è un lungo ululato
che tutto ripercorre.

(Passa davanti ai palazzi
davanti a noi impalati a guardare
passa la morte
come in sogno, carezzandoci le palme
soffiandoci leggermente
sulla fronte che si è distesa).

– Credo che ci lasceremo qui
in questa polvere e in questo fumo…
Addio…, credo di dover dire così
non le dirò che sono esasperato
che per me è come morire…

– Ci ho pensato molto, sai…-
come le altre volte, in quella frase
riuscirò a sentire la nausea
e rovinerò i ricordi, lo so.

Ma tu non mi mancherai più
anche se ti allontani
da me
per tutta la vita.

(Passa la morte
e la sera, sua sorella,
disperdendo la cenere e il fumo).

Giovanni Merloni

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Roma (Prima dell’amore, n. 28)

13 dimanche Juil 2014

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Prima dell'amore

i cappelli ecoline 88 180Giovanni Merloni, I cappelli gouache 1988

Roma 

L’ho rivista al tramonto
rosa distesa come
una gran donna o una grande statua
luminosa
nel profilo
pesante immane infinita

è lunga
chilometri di uomini
di case di stracci di monumenti
di marmo

è solenne
come uno sciame di rondini nere
tra le colonne bianche

è asciutta
come una foglia secca
che si scioglie in un grande specchio grigio

e poi si allunga, immensa
in quella striscia del fiume.

L’ho incontrata:
bonaria bruna
coi capelli sul petto

rideva
dolorosa affannata
come una donna
che aspetta il suo uomo sulla porta.

L’ho salutata
in ogni vicolo in ogni viale
in ogni angolo
come un amante saluta
una bella bocca regolare
un sorriso
e lunghi capelli nerissimi
e un volto rosa.

L’ho ripercorsa tutta
era distesa
insanguinata
sembrava morente in quell’attimo.

001_bellaroma 180Spuntavano le stelle.
Roma era lì
o eri tu, ad aspettarmi.

Giovanni Merloni

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Camminate, miei prodi soldati (Prima dell’amore, n. 27)

13 dimanche Juil 2014

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Prima dell'amore

001_marchez NB 180

Camminate, miei prodi soldati

Andiamo, la strada che ci aspetta
è un sentiero stretto e lungo.

Ci aspetta la morte
con il buio dei ricordi cancellati
degli occhi dei volti cari
dei luoghi.

Guardate quella luce:
è il sole che ci guiderà.

Guardate quegli spari sull’orizzonte:
è lì che morirete.

Guardate il cielo e quella nuvola
bianca
dietro quella nuvola, guardate:
c’è Dio.

Guardate questa strada
sempre più stretta
e camminate fiduciosi
perché la morte vi aspetta.

Voltate lo sguardo e sarete finiti
perché vedrete tutti insieme i corpi
e avrete paura.

Camminate senza
voltarvi: vi aspetta la morte.
Resistete ancora un metro:
Dio vi aspetta

Camminate, eroi del nostro tempo
la via lunga
che siete costretti a calpestare
prima o poi tutti ci passeranno
anche il vostro generale…

002_marchez 2 più rosso 180

Camminate, branchi, greggi
eserciti fiacchi e morituri.

Camminate, lo vuole un dittatore
un dio pochi uomini
lo vuole l’orgoglio di una nazione
la viltà di una sola parola.

Camminate miei prodi soldati!

Giovanni Merloni

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