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Nell’immenso respiro dell’alba
Si riflettono
sulla vetrata
i gelidi colori dell’alba.
I tristi tuoi occhi
appaiono
e scompaiono senza ragione.
Senza scopo
ascolto il fragore lontano
di una morte precoce
fra i ghiacci e i crepacci,
e quel grido che lacera:
addio.
Non riesco a sopportare
il lento transitare
dei giorni
vorrei invece fermare
per un lungo momento
la tua guancia vicino alla mia
le tue labbra…
Sui davanzali
sugli stucchi dei vetri
sui piccioni solitari
si è arrestata la neve
mentre questo sussurro
si tramuta in sbadiglio
mentre questo sbadiglio
diventa dolore. Tace
ormai, in mezzo al bianco
il lamento notturno.
E dovunque c’è un velo,
un riflesso d’argento.
I treni ripercorrono
l’ultimo tratto
tra rocce brune
su binari di neve.
Il saluto
è un cenno
senza significato.
L’addio
è un sospiro mozzo
nell’immenso
respiro dell’alba.
Giovanni Merloni
TEXTE EN FRANÇAIS
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