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il ritratto incosciente

~ ritratti di persone e paesaggi del mondo

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Archives de Tag: Zazie

A vederti volare (Zazie n. 48)

25 vendredi Nov 2016

Posted by biscarrosse2012 in poesie

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Zazie

001_testina-testona-001-180

A vederti volare

Sono stanco di troppa gloria.
Volentieri vomiterei questi regali
questi riconoscimenti, queste statuine :
tutto ciò mi imprigiona
in nuvole di ferro
in orizzonti fangosi
in alberghi dagli odori stucchevoli.

Vorrei scavalcare il tetto
e scivolare in un torrente gelato
aggrapparmi al tuo piede
scivolare tra le tue gambe
stendermi su di te
come un mantello piumato.

Sono stanco di rilasciare interviste
non mi fotografate più
buttate i miei sorrisi stereotipati
cancellate le mie insulse parole
bruciate i miei libri.

Vorrei andare incontro ai miei aguzzini
dirgli cosa penso di loro
farmi fotografare mentre li insulto
e poi entrare con te
in una grotta
aggrottando le ciglia
storcendo il naso
prima di stendermi a terra
inerte, in prima fila
a vederti volare.

002_depuis-le-beaubourg-180

Giovanni Merloni

Se un giorno si potesse rinunciare… (Zazie n. 43)

16 mardi Fév 2016

Posted by biscarrosse2012 in poesie

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Zazie

001_lectrice plongée 180

Ieri mattina, domenica, mi sono svegliato con un’idea che in poco tempo si è trasformata in un tarlo. «Quanto siamo bravi, creativi, intelligenti, tutti noi che, come tanti apprendisti stregoni, cavalchiamo con ammirevole disinvoltura quello che la tecnologia ci offre! Non siamo più dei semplici consumatori, come erano un tempo i compratori di dischi o di sci o di occhiali da sole Ray-ban. Siamo diventati noi stessi creatori di qualcosa. Ci esprimiamo !» Ma poi, mi chiedo: «Non saremo troppo bravi? Non stiamo anche noi perpetrando una meritocrazia dell’apparenza? Non stiamo assecondando l’idea di un mondo che si riproduce sempre uguale a se stesso? Un mondo fondato sulle prerogative del l’avere che su quelle dell’essere? Quando saremo usciti, uno ad uno, da questa impietosa vetrina dove saremo stati sommariamente giudicati, inclusi o esclusi… cosa troveremo di fuori ?
Ho il sospetto che «fuori» e forse anche «dentro» di noi resterà la stessa, antica, inesorabile divisione schizofrenica del mondo tra chi vuole avere sempre di più e chi avrà sempre di meno…
Mentre il buon senso domenicale mi dice che non si può avere tutto.

002_disegnino colorato 180

Se un giorno si potesse rinunciare…

Se un giorno si potesse
tutti quanti e ognuno
rinunciare a qualcosa!

Rinunciare, tutti insieme
alle bombe, ai veleni.

Rinunciare, uno ad uno
a tutto ciò che è di troppo
che non serve davvero.

Rinunciare a buttare
a sprecare, a considerare
il nostro privilegio
come un diritto.

Se si potesse rinunciare
subito
ad avere tutto
e tutti insieme lavorare
per ridare ad ognuno
il diritto di non rinunciare
alla sua vita.

Rinunciare a schiacciare gli altri
come mosche
rinunciare alla retorica
rinunciare all’ostentazione
della propria bravura
rinunciare a vantarsi
delle ricchezze accumulate
rinunciare alla barbarie che sgorga
a fiotti di sangue
dalla nostra eccellente
civiltà.

Rinunciare a una stanza
a un letto, a un pezzo
del nostro giardino
per abbellire il mondo
che era nostro
e regalarlo ad un’altra famiglia
ad un altro popolo.

Rinunciare a scandalizzarsi
rinunciare ad armarsi
rinunciare a cercare ovunque
lo sceriffo di Nottingham
rinunciare a sperare che, invece
arrivi in camicia e gilè
uno spilungone disinteressato
chiamato Gary
Cooper.

Rinunciare alla fascia di Gaza.
Rinunciare a mandare
i bambini a morire
rinunciare alla barbarie
che pretende di consolarci
con la promessa di isole vuote.

Rinunciare a imporre
le nostre collane, i nostri amuleti
i nostri tabù
rinunciare a mostrarci sconvolti
per le tragedie che noi stessi
inesorabilmente
automaticamente
quotidianamente
fabbrichiamo: l’intolleranza
non è il frutto
di vere differenze
ma soltanto
l’indole disturbata
di questa strana società
ammassata in una macchina
che avanza senza occhi
pilotata da un robot
che non si ferma più, ormai
perché sa bene
che non si deve mai
rinunciare a nulla.

E invece dovremmo
tutti quanti e ognuno

rinunciare
al delirio d’onnipotenza
di cui il denaro è semenza
per ottenere
in cambio, senza inchieste
tante piccole cose
necessarie e oneste

rinunciare alla velocità
eccessiva
contentandoci di spiarla
riscoprendo lo stupore e la magia
di parlarne in poesia
riscoprendo la lentezza
di una tranquilla saggezza
senza freni inibitori
né forni crematori

rinunciare a mangiare i veleni
di una smodata ricchezza
e di una rovinosa velocità
che intanto, dappertutto
uccidono
l’uomo.

Giovanni Merloni

TESTO IN FRANCESE

Questa poesia è protetta da ©Copyright

« Io ti ho scelto ! » (Zazie n. 42)

11 jeudi Fév 2016

Posted by biscarrosse2012 in poesie

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Zazie

001_tipo strano 00 pulito 180

« Io ti ho scelto ! »

Natura nemica,
tempo nemico.
Da un secolo
una ressa di avversari
e di falsari invisibili
logorava senza pietà
la nostra ingenuità.

Natura dispettosa,
tempo inascoltato.
Tra le pieghe puntute
del nostro tetto austero
una strada si è aperta
di fiori verdi, di violette
appassite, distratte,
un sentiero di rocce
luminose e taglienti
contro la linea bianca
del mare.

002_barbès 01 180

Natura malfidata,
tempo inerte.
Soli, liberati
dalle grucce della pazienza,
dai colori smorti
delle abitudini,
vivevamo lo stesso increduli:
che allucinazione
questa consapevolezza
tumultuosa,
questa strana libertà
mai conquistata
né vinta, come se
un divieto
ci imprigionasse il corpo
e i passi.

Natura amica,
tempo amico.
In un solo istante,
come collane di carezze,
le coincidenze e le circostanze
si sono scatenate.

003_barbès 02 180

Natura indovina,
tempo inaspettato.
I tuoi occhi appassionati,
le tue braccia accecate,
il tuo corpo incendiato,
ora rannicchiato
(goffamente,
dolcemente)
accanto al mio,
strapazzano il mio destino,
senza troppe scosse,
perché ritrovi il suo cammino
sincero.

Natura felice,
felice tempo, incline
all’immobilità:
il tuo sguardo in tralice
di nascosto mi studia,
da tanta gioia sfinito.

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Natura amica del tempo,
non ha paura di spezzare
l’ordine della vita
né i riflessi sordi
della morte, mentre
il tuo labbro urla, svelto:
«Io ti ho scelto!»

Giovanni Merloni

Questa poesia è protetta da ©Copyright

TESTO IN FRANCESE

Mentre ti conquisto ti perdo (Zazie n. 41)

03 mercredi Fév 2016

Posted by biscarrosse2012 in poesie

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Zazie

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Mentre ti conquisto ti perdo

1
Cosa ho capito
dal tuo sguardo sorridente,
dai tuo modo sorprendente,
imbronciato o ardente
di aspettarmi?

Cosa ho capito
di me e di te,
stretti nel vialetto di pioggia
la mano nella mano
senza riuscire nemmeno
a parlare?

Cosa ho capito
cercandoti nella città
in una corsa felice
e trafelata
tra i suoni indifferenti
della mattina?

2
Ancora una volta,
oggi, ho provato
la voglia di essere
felice, il desiderio
di ridere grazie all’amore.

Ma quante speranze frustrate
appallottolate senza gloria
tra i residui di una ribellione
incapace di calde lacrime
e di vera pena.

3
Devo fingermi sordo e muto
come quell’indiano,
o invece
continuare a seguire l’istinto
di gentile arroganza
che mi regalò l’eleganza
di una straordinaria sequela
di affanni?

4
La libertà non scaturisce
dalle regole che piacciono
agli altri,

La libertà è il passaggio crudele
dall’euforia del dilettante
alle rughe del professionista.

La libertà
è il mestiere.

5
Un solo grido disperato, sprigionato
tra i rottami e il treno
sovrasta e cancella
i piccoli disegni
di un modesto tentativo di chiarezza.

002_je te perds NBR def 180

6
Da questo treno fermo
in un angolo senza bellezza

ti scrivo sulla mano
sul vetro appannato
sugli occhiali
sul fazzoletto

il mio desiderio sovrumano
il mio bisogno sconfinato
le mie voglie infernali
il mio amore perfetto.

Ma il rivolo d’inchiostro
si è seccato, improvviso
mentre pensavo, invano,
al tuo viso.

Oh quanto è remota la speranza
che questa mia penna
scriva!

7
Il tuo corpo abbandonato
in uno slancio
che sembra casuale,
scherzoso, imbarazzato,
è la tua maniera
tenera, consapevole
indimenticabile
di dichiarare
a me soltanto
il tuo amore.

8
Bisogna disabituarsi a tutto
se si vuole scoprire il pudore
di un’emozione violenta.

Devo rinunciare alla pace
se voglio incontrare, nell’ombra,
i tuoi gesti non studiati
il tuo viso sorridente.

Ah, se riuscissi ad amare
senza desiderare
che tutto scompaia
– le abitudini,
la pace,
l’emozione,
l’ombra –
che in quel preciso istante
qualcuno lasci, libero,
un posto per noi.

9
Quando avrò la forza
di aprire quella porta
e di entrare nel tuo letto
tra le arance e il sole,
la semplicità della vita
farà il resto,
regalandomi la gioia
di un ancestrale nascondiglio
di lenzuoli d’oro e di seta,
lo sbocciare ardito
delle nostre voci impercettibili,
dei nostri gesti invisibili
nel fondo buio del silenzio.

10
Mentre ti perdo
ti conquisto
mentre ti conquisto
ti perdo.

003_saint-ambroise_lenoir 180

Vista del nuovo asse tra boulevard Richard Lenoir e boulevard Voltaire in corrispondenza delle stazioni della metropolitana RICHARD LENOIR (linea 5) e SAINT-AMBROISE (linea 9). In questo spazio pedonale si sta realizzando réaliser un giardino pubblico. Ecco una delle cose senza dubbio positive che una società come la nostra ha saputo fare, con tenacia e eleganza! 

Giovanni Merloni

Questa poesia è protetta da ©Copyright.

TESTO IN FRANCESE

Quest’ultima capacità di ragionare e sognare (Zazie n. 39)

28 jeudi Jan 2016

Posted by biscarrosse2012 in poesie

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Zazie

001_scan_du jour 006 180

Quest’ultima capacità di ragionare e sognare

Mi confortano
questi segni di matita
su fogli a perdere
quest’ultima capacità
di ragionare
e sognare.

Mi resta
la prigione dei miei desideri
che appannano
la cornice di vetro
del mondo.

Mi resta
questo lamento introverso
questa confusione angosciosa
questa solitudine rabbiosa.

Mi resta
la delineata prospettiva
di un solitario viaggio
tra gli ubriachi
tra i derelitti
tra i focosi paladini
di inutili battaglie
tra i rami
smorti e appassiti
di un bosco di cartapesta.

002_scan_du jour 007 180

Giovanni Merloni

Questa poesia è protetta da ©Copyright

TESTO IN FRANCESE

È libero chi muore libero (Zazie n. 38)

25 lundi Jan 2016

Posted by biscarrosse2012 in poesie

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Zazie

001_scannnnnnn 001 nero e rosso 180

È libero chi muore libero.

E’ libero chi si abitua
a rimanere solo
in mezzo agli altri.
chi sa scegliersi gli amici
le compagne, i compagni.

È libero chi sa
tenersi un segreto
chi sa farsi carico
nella giusta misura
delle proprie responsabilità
del caos
di questa società
dei suoi sfavorevoli equilibri
della repressione
che aleggia dappertutto.

E’ libero chi mai oltrepassa
il suo limite, chi non parte
né crede
ai colpi di scena
alle lettere omicide
ai ricatti morali
alle vendette
ai silenzi definitivi,
chi sa parlare
al proprio corpo,
chi sa calarsi
per gradi nella lotta
nella scoperta
di nuovi mondi,
chi riesce a mantenere intatta
la propria identità
senza pagare il prezzo
di pesanti legami
col mondo.

È libero chi vive
con distacco,
chi lavora, lotta, si schiera
si incontra con gli altri
con distacco,
chi evita con cura
di trascinare di coinvolgere
di prevaricare
gli altri.

È libero chi si spoglia
della violenza,
chi guarda in faccia la realtà
con coraggio
e determinazione,
chi cerca
di fare chiarezza.

È libero chi muore libero.

Giovanni Merloni

Questa poesia è protetta da ©Copyright.

TESTO IN FRANCESE

Nient’altro che versi (Zazie n. 37)

20 mercredi Jan 2016

Posted by biscarrosse2012 in poesie

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Zazie

001_nient'altro 180

Nient’altro che versi

Nient’altro che versi
lunghi e sbrindellati,
discesi
in fondo alla terra,
rotolati
alla fine della vita,
ricolmi
delle voglie dell’anima,
dell’eresia del corpo.

Nient’alro che versi
di dolore
e di rabbia,
in forma
di treno osceno,
di cravatta sciatta.

002_nient'altro 180

Giovanni Merloni

Questa poesia è protetta da ©Copyright

TESTO IN FRANCESE

Andirivieni (Zazie n. 32)

21 vendredi Août 2015

Posted by biscarrosse2012 in poesie

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Zazie

photo 03

Cascate della Cèze (Gard) 

Andirivieni

I
Avvilito
Nel corpo, appesantito
Dall’assenza di una parola vera,
In mancanza di nuovi pretesti
Rotola il suo piede sul filo dell’acqua.
In lungo e in largo
Va e viene
Inquieto, incerto, inadeguato
Esagitato dallo scandalo,
Non sapendo più come
Impedire il ritorno della verità.

001_cèze 01 180

Cascate della Cèze (Gard)

II
Asfissiato
Nella mente, annientato
Dall’evidenza di una sola parola viva,
In mancanza della pagina bianca
Rompe il suo gesto sul bordo dell’acqua.
In alto e in basso
Va e viene
Inafferrabile, indomito, incoerente
Elegante malgrado gli occhi stanchi
Non sapendo più come
Imbastire l’abito di una vera voglia.

003_cèze 03 180

La Cèze (Gard)

III
Affranto
Nel cuore, ammaliato
Dal ricordo di una sola parola vera
In cerca d’oblio senza saggezza
Rivolta la sua ombra nel ruscello d’acqua.
In su e in giù
Va e viene
Immobile, inetto, illusorio
Entusiasta fino ai sandali
Non sapendo più come
Immortalare la vita.

Giovanni Merloni

Questa poesia è protetta dal ©Copyright.

TESTO IN FRANCESE

 

Oramai quasi niente mi resta (Zazie n. 23)

30 mardi Déc 2014

Posted by giovannimerloni in poesie

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Zazie

001_rien ne reste 180

Oramai quasi niente mi resta

Mi confortano
questi segni di matita
su fogli a perdere
testimoni recalcitranti
e involontari
della mia capacità
estrema
di ragionare
o di sognare.

Mi consolano
i muri di questa prigione
definitiva
dove i miei desideri
si scontrano
come altrettante mani
rattrappite.

Mi lusinga
il ricordo
dell’infima resistenza
di questo velo ridicolo
di vetro o di cellophane
che separava il mio corpo
dal tuo,
che attirava
pericolosamente
la mia bocca ansimante
verso le tue labbra
miracolosamente vicine
ma ancora imprigionate
da quella pellicola
invisibile
appannata
inerte.

Mi calmano
o mi agitano
secondo i giorni
i ricordi
duri a morire
dei tuoi esili bordi.

Oramai quasi niente
mi resta
a parte l’eco
di un lamento introverso
di una confusione angosciosa
di una solitudine rabbiosa.

Mi resta, forse
la delineata prospettiva
di un solitario viaggio
tra gli ubriachi
tra i derelitti
tra i focosi paladini
di inutili battaglie
tra i rami
smorti e appassiti
di un bosco di cartapesta.

Mi resta, forse
questa foto
fatta a pezzi
bruciata, abbandonata
alle sevizie del vento,
questa foto che forse
non si cancella mai
come una tenda aerea
inafferrabile
che mi permetterei di chiamare
Amore.

Giovanni Merloni

TEXTE EN FRANÇAIS

Questa poesia è protetta da ©Copyright

La sorte di un « ex » (Zazie n. 22)

28 dimanche Déc 2014

Posted by giovannimerloni in poesie

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Zazie

001_le sort d'un ex 180

Giovanni Merloni, Bonnie & Clyde a Parigi, 2014

La sorte di un « ex » 

È una sorte nera
quella di un « ex »
ex generale
ex amante
ex mercante di bugie
ex uomo, ex donna
ex rimasuglio.

Va a finir male
anche
per questo canto d’amore
— di ieri —
che io e te
abbiamo trascinato
come un bambino
o un cancro.

Rasento l’esistenza
e ben vedo che non la muovo
per niente
che tutto diventa innato
anche la vita spietata
dei buoni
che noi fummo
degli ex buoni
che ora siamo.

Io sono un ex felice
un ex credulone
un ex illuso dello stupore
estasiato
che potevo suscitare.

Io sono un ex vanitoso
per l’invidia stravagante
che potevo conquistare
con le mie peripezie
esuberanti
con le mie prodezze
eccessive.

Sono un ex vivo
questo è il guaio.

Anche per me
è scomodo sparire
sarebbe più facile
incontrarmi ancora
nelle vite degli altri
nelle loro cravatte
nei loro caroselli impietosi
e anche nel loro caos
esecrabile.

Sarebbe facilissimo,
ma io morirei
ancor più di ora,
morirei per sempre
perché il mondo
non vuole specchi
e nemmeno la mia compassione
di ex sopravissuto.

Facendo finta di morire,
come una città russa
assediata,
il mondo brucerebbe
più di sempre
intorno
al mio ex corpo
accanendosi
contro la mia sorte
sempre più
esigua.

Giovanni Merloni

TEXTE EN FRANÇAIS

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