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Giovanni Merloni, Bonnie & Clyde a Parigi, 2014
La sorte di un « ex »
È una sorte nera
quella di un « ex »
ex generale
ex amante
ex mercante di bugie
ex uomo, ex donna
ex rimasuglio.
Va a finir male
anche
per questo canto d’amore
— di ieri —
che io e te
abbiamo trascinato
come un bambino
o un cancro.
Rasento l’esistenza
e ben vedo che non la muovo
per niente
che tutto diventa innato
anche la vita spietata
dei buoni
che noi fummo
degli ex buoni
che ora siamo.
Io sono un ex felice
un ex credulone
un ex illuso dello stupore
estasiato
che potevo suscitare.
Io sono un ex vanitoso
per l’invidia stravagante
che potevo conquistare
con le mie peripezie
esuberanti
con le mie prodezze
eccessive.
Sono un ex vivo
questo è il guaio.
Anche per me
è scomodo sparire
sarebbe più facile
incontrarmi ancora
nelle vite degli altri
nelle loro cravatte
nei loro caroselli impietosi
e anche nel loro caos
esecrabile.
Sarebbe facilissimo,
ma io morirei
ancor più di ora,
morirei per sempre
perché il mondo
non vuole specchi
e nemmeno la mia compassione
di ex sopravissuto.
Facendo finta di morire,
come una città russa
assediata,
il mondo brucerebbe
più di sempre
intorno
al mio ex corpo
accanendosi
contro la mia sorte
sempre più
esigua.
Giovanni Merloni
TEXTE EN FRANÇAIS
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