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Quella gioia fuggente
È possibile ricostruire
il mondo di fuori
anche in prigione
ma ci vuole una fatica
immensa
ogni parola un giorno
del calendario
un segno su un muro
sempre più nero
costruire
come facevo da bambino
un capanno tra i rami
un soppalco segreto
senza le ragazze
è possibile vedere
prima di dormire
tante persone avventarsi
tra i suoni indistinti
rimbombanti
sul cuscino
e poi, d’incanto
come una domenica
in abiti freschi e puliti
rivivere in un istante
la mia storia
prima di entrare qua dentro
gli ultimi gesti
di una follia e di un dramma
che avevo subito
senza capirlo.
È possibile capire,
da qui dentro
questa rinuncia,
capire perché
tutto ciò sia avvenuto
perché
non ti sono corso dietro
e non ho lottato
contro la violenza del mondo,
perché
non ho rubato
distrattamente
allegramente
senza sensi di colpa
quella gioia fuggente,
inafferrabile
oramai.
Giovanni Merloni
TEXTE EN FRANÇAIS
Questa poesia è protetta da ©Copyright
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