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Improvvisamente
Improvvisamente, dal torpore
nevrotico
dove ci hanno portato
parole rituali
efficienti, ossessive.
Improvvisamente
nausea e desiderio insieme
per la consapevolezza
di tante ore e ore sprecate,
regalate all’alienazione.
Tutto queso non serve a nessuno.
E poi la nebbia di fuori,
il cappuccio del Montgomery
calcato sui capelli ricci,
la testa che gira
le mani a scaldarsi
nelle tasche,
il ricordo di noi due
spensierati
per qualche minuto
soltanto carne e pelle e odore:
una libertà che sconcerta
« aiuto! »
Improvvisamente
ho un gran bisogno
di essere in trappola
nella beata inutilità
di queste fantasie
lontano dal mio centro
attanagliato
da questa città che era diversa
e ora è già monotona
ammaliato
da questa strada piena di gente
che va e viene.
Improvvisamente,
so di essere solo
su un molo pieno di vento
sotto un sole che non scalda
solo a guardare le onde del mare
che si ficcano tra le barche,
solo a ricordare
gli amici e le amiche
i palazzi sontuosi
i marmi levigati
le statue nella penombra
lo stupore delle rondini
i suoni che carezzano
le mie angosce di ex.
(Cosa resta, cosa resta, dopo questa repressione
della porta chiusa che ci butta per strada
fuori per sempre dai nostri muri.)
Ecco un’onda più alta
un lenzuolo e un tipico odore di chiuso
la polvere delle stanza mentre tu
indagatrice ti aggiri
tra i pensieri e le cose:
nella casa riapparsa in sogno
tu diventi diversa, inamovibile
impigrita e sordidamente felice
mentre io mi stiro
come un orso in letargo
beato di non pensare
che ai piccoli e grandi prodigi
dei nostri due corpi
del nostro avvicinarci
sussurrarci, farci caldo
soffiandoci nelle orecchie e sul collo…
P.S. Improvvisamente, non è successo niente. Ho avuto bisogno di ritrovarmi, di pensare a te, di vederti meno attiva, impegnata, meno ossessionata, meno vinta, da questa razza di vita.
Giovanni Merloni
TEXTE EN FRANÇAIS
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