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Ciao
Sono ancora
dentro gli orecchi
le parole
insieme alle luci gialle
ai rettangoli delle vetrine
ai muri
agli specchi di ghiaccio.
Sono ancora qui
le parole tue
dentro gli occhi che bruciano.
E si affacciano
sul mondo che cammina
dove il tuo sbadiglio
raggiunge le ombre
sfiorando una a una
le facce « qualunque »
sullo sfondo di case
dai muri scrostati.
Devo dire « ciao »
sulle rotaie dei tram
sotto i fili che si biforcano
sui gradini in salita
dove stanno morendo
gli echi stanchi ed opachi
di gioie dimenticate.
Devo dirti « ciao »
dietro angoli oscuri
di strade angosciate
e ripetere « ti amavo »
al tuo freddo impermeabile.
« Aspetta, non te ne andare ».
Sulla china
sfioriamo la piccola ghiaia
scalciando i pensieri, ma intanto
assaggiamo nell’ultimo bacio
una triste paura.
« Io sono un uomo timido
che tace
aspettando una sola parola
tu sei un’ombra esile
che sogna indifferente ».
Sono ancora
qui nelle orecchie
le tue parole.
Esili e perfino eleganti
si infilano
negli angoli oscuri
sui muri scrostati
nei rettangoli
delle vetrine.
Sono ancora qui
le parole, i loro soffi
caldi e taglienti.
« Ti amavo »
sussurrano i fili del cielo.
Io devo dire « ciao ».
« Aspetta, non te ne andare ».
Giovanni Merloni
TEXTE EN FRANÇAIS
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