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Easy rider (1977)

Al galoppo, nella gola orizzontale
tra due rocce scure, scivolose
senza più niente addosso
a parte la camicia sgualcita, puzzolente.

A vent’anni, a tredici forse
avevo già immaginato tutto questo
e siccome i bancari sono i più brutti
avevo sognato una vera rapina
con la fionda, una grande motocicletta
e due ore di zanzare sotto una finestra
a scoprirsi guardone di un coito tra vecchi.

Al galoppo, su un monopattino d’acqua
ripetendo una canzone a memoria.
« Quando arriveremo a Yuma » il cielo sarà uno schifo
gli alberi un colabrodo di spari e mia nonna
ricamerà una maglietta con su scritto Far West.

Una sera, seduto alla scrivania di un ministero
parlerò a una dattilografa o a un muro
racconterò gli anni del liceo
i golfini stirati e il fazzoletto sporco
gli amici pipparoli, le professoresse tremanti
e poi le vacanze sui tandem
la spiaggia di Cesenatico, la mia vita insomma.
Tutto quello che accadeva prima
dissipando, accumulando
masturbando, copiando, ridendo, vomitando.

Una notte, dentro un autobus che gira sempre
camminerò con la notte
con in tasca i tuoi merletti e i tuoi fiocchi rubati
e comincerò a star zitto
e comincerò a star zitto
e comincerò a star zitto.

Giovanni Merloni

De « Il treno della mente » (« Le train de l’esprit »), Edizioni dell’Oleandro, Rome 2000 — ISBN 88-86600-77-1

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