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Dove sei, ora?

Dove sei, ora?

Dove sei, mio antico tesoro?
dove guardi? dentro? fuori?
riesci a sorridere?
stai almeno bene? respiri?
senti caldo, troppo caldo?
ascolti sconsolata il tic tac
toc toc
tic tac toc tuc
tiiiic taaac
dell’orologio?

A volte, quando mi sento
benevolo, quasi rilassato
nell’atroce dolore
scruto la tua malinconia in penombra
la tua rabbia inservibile
l’inesorabile silenzio
dei nostri telefoni senza fili,
oggetti ormai inutili
come i lenzuoli, i cuscini
le tende svolazzanti
gli asciugamani attorcigliati
le medicine prese a caso
il cibo inghiottito a caso.

La morte repentina è alle porte
canzonatoria. Si porta appresso
un’agonia fulminante
priva di indulgenza
che tu – chissà – potresti
interrompere,
irrompendo
nella magia della stanza
canzonata dal sole:
«Devo salutarlo!» potresti gridare
scompaginando le persone e le cose.
«Devo dirgli che l’amo!»
potresti confessare
a stento sorretta da
un uomo-lasciapassare.

Ma poi dovremmo dirci
un «ciao» ancor più definitivo
scalpitando i piedi
dentro al letto
mentre tu ti volti
e trascini fuori
la tua maschera di pianto
e ti porti via
per sempre, oltre la morte
la tua borsetta rossa
scivolata dalle spalle
il merletto sul collo
le dolci parole
che ora saltellano
come frammenti
bagliori, gesti insensati.

Dove sei ora?

Giovanni Merloni

écrit ou proposé par : Giovanni Merloni. Première et Dernière modification 20 mars 2013

TEXTE ORIGINAL EN FRANÇAIS : http://wp.me/p2Wcn6-qz

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