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La sola forza di un sorriso
Una grande scena invernale:
i passi di una signora elegante
attenta a non affondare
tra il fango e la neve;
duecento studenti
alitanti contro l’aria rarefatta
tra sguardi sgomenti, interrogativi
sul proprio ruolo
nell’esperienza di una piazza
vissuta in modo nuovo;
mille soldati morti
su un grande dipinto murale;
le coppie degli innamorati
intrecciate come sciarpe
appiccicate come sospiri gonfi
distratte e claudicanti
come fumi.
Un grande disumano distacco
dalle emozioni
dalle passioni, dai dolori.
La grande solitudine
dei giorni di sciopero
che ci fa assaporare
finalmente
la grandiosità delle chances
la meschinità
dei nostri umani impacci
il piacere tranquillante
del ritorno alle origini
alle difficili letture
all’ascolto di una canzone.
Canta, goffo uccellino
vola, vinci eroico
con la sola forza di un sorriso
l’ipocrisia di un corpo sfilacciato
la tenerezza
il bisogno
coperto di squame e profumi esotici
di una donna sola;
canta bocca ghignante
labbra seccate dalla insulsa fatica
canta parole in versi
riversa gli strumenti che puoi
nascondi come puoi
l’amarezza
la nausea, il vuoto sublime
di non avere ideali comuni;
canta volto scarno e attento
e dilata finalmente
fino a renderti insopportabile
l’esercizio
della più critica intelligenza
della più sarcastica ironia
della più fredda e lucida
calma
Giovanni Merloni
TEXTE EN FRANÇAIS
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