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001_à défaut d'un amour partagé def 180

Poco alla volta

Poco alla volta,
dalla mia penna factotum
che scrive o disegna
escono a frotte o da sole,
tu lo sai, le persone.
Per caso,
per via di quel nome
o quel gesto
o quella strana parola,
quel fatto che allora
ci aveva diviso
o riunito.

Poco alla volta,
con tante persone vicino
(anche loro direbbero
che fuori fa freddo
che bisogna chiamare
l’uomo del treno per aggiustare
una volta per tutte
questo spiffero odioso)
io rivivo scontroso
lusinghieri pensieri
e riflessioni di treno.

E se il treno si ferma
io scendo con loro
a sgranchirmi le idee
rivivendo tra i passi
il sapore del sole
il rumore dell’ombra
l’odore della strada
agitata e tranquilla.

Io mi siedo con loro
in un bar silenzioso
dove un dì, per dispetto
potrei anche restare.

Poco alla volta
sul treno farcito di ricordi
(vuoto di responsabilità)
dimentico senza voltarmi
le desolate utopie
le speranze ossessive
le voglie incrociate.

Sì, io parlo, distaccato
(allo zio ritrovato
al cugino estraniato)
del mio amore per te
del tuo volto abbronzato
del tuo dire spezzato
sussurrato nel prato
dove l’ultimo giorno
io ti avevo baciato.

Poco alla volta, chissà,
il treno mi potrà guarire
o almeno liberare
un pò
da questo magone
sganciando il vagone
sotto gli occhi del portone
che ti vedrà tornare.

Io lo so,
solo vedendoti
(te sola fra tutti)
diventerei noncurante
di fronte al destino
minaccioso e strano
triste e noioso.

Io lo so, cullato
dal tuo sguardo
attingerei nuove  forze
dal fondo devastato
del mio cuore sfinito.

Lo dicevi anche tu,
soltanto chi ama riamato
può accettare l’incertezza
di ore e ore davanti
e trovare il coraggio
di fermarsi di nuovo
sui suoi fogli
a parlare.

Giovanni Merloni

TEXTE EN FRANÇAIS

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