Étiquettes
Addio, amore del vero amore
I
L’avevo presentita.
La sfioravo dandomi arie di forza
con le mani tremanti
sentendone il sapore aspro
pungente nel palato
soffocante nella gola
snervante e insopportabile
come un dolore mortale.
Mi è venuta addosso
all’improvviso, annunciata
da fatti insignificanti
la Verità
con le sue parole sgraziate
col suo triste aspetto vuoto.
II
Non è servito a nulla
essere stati sinceri
se ognuno di noi
ha pronunciato bugie
dalla bocca dell’altro.
Adesso vorremmo
non esserci stati
in quella prigione
di menzogne amorose
in quei mesi e mesi
di attese disperate
o di piccole gioie
che adesso dobbiamo negare.
Ma eravamo proprio noi,
ad amare?
III
E le lacrime ora sono vergogna
vorremmo nasconderle,
bruciarle
PER NON ESSERE VILI
Ma vili lo siamo stati,
e stanchi, rinunciatari
presentendo in cuor nostro
la Verità
rassegnandoci mollemente
alla sua legge spietata.
Ora ce ne vergogniamo
vorremmo cancellare ogni traccia
di questa agonia.
Ma siamo stati falsi,
bari, vendicativi,
ci siamo fatti
ogni giorno
del male, per non volerci dare
ogni giorno
del bene.
IV
Addio amore del vero amore,
credevo di vederti morire
ma tu sei un mulo testardo
non muori!
Non ti resta
che andare e venire
restare con me, andare da lei
bussando piano
alla porta del suo cuore
esplodendo
fragorosamente
nella stanza del mio.
Lei forse
NON SA DI SBAGLIARE
quanto lo so io.
V
Addio, amore
scendi da lei, mio ultimo ambasciatore.
In cima alla salita
aspetterò il tuo ritorno.
Addio, no resta qui.
Non sei tu che devi viaggiare.
Vorrei solo che lei tornasse.
Giovanni Merloni
Questa poesia è protetta da ©Copyright
Pingback: Sessantadue poesie per Ambra, «idolo della notte» | il ritratto incosciente