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Al mare
«Quando esplode l’estate la gente più nuda
è ancora vestita.» Tra gli aghi di pino,
nell’aria bruciata, l’impetuoso destino
vorrebbe spogliarsi della coltre dei passi.
Tu, leggera, vestita di foglie, carezzavi il mattino
La tua tunica crespa sfiorava i sassi.
Era luglio. Il vento violento del finestrino
ne copriva i rumori. «Quando esplode
l’amore somiglia all’estate
ma il suo nodo il sole non slega.»
Felice e infelice è il cammino su scale in discesa.
Tu cantavi parole, nervosa, scherzosa.
«Come è cupo l’amore che esplode su un corpo
che nasce alla vita. Alla vita che passa,
veloce e sottile come una canzone.»
Sulla spiaggia le donne
sparivano nei loro ombrelloni
tra un odore di alghe e conchiglie
rovesciate dall’acqua.
Tu lontana, con strani occhialetti,
triste e bella, scivolavi nel sole
eludendo il mio sguardo sperduto.
«Come è strano, la sera, tornare
tra le mura stantie della città maliziosa
odorosa di libri, lontana dal mare.» (1)
Giovanni Merloni
(1) Gita in una località balneare dell’Adriatico nel 1975. La città è Bologna.
De « Il treno della mente » (« Le train de l’esprit »), Edizioni dell’Oleandro, Rome 2000 — ISBN 88-86600-77-1
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