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001_fumatore paolo antique 740 Quadro di Paolo Merloni

La sigaretta

Una sigaretta l’ho fumata appena alzato
il sapore d’arancia ancora in bocca.
Un’altra l’ho accesa sul pianerottolo
prima di buttarmi giù per le scale
e di accorgermi di avere dimenticato
il libro che mi hai prestato.
Poi ho « dovuto » fumarne un’altra a scuola,
a ricreazione. Un’altra insieme a te
perché ridevi, un’altra da solo
chiuso con un disco, sperando
fumando, di fare bene le due cose:
sentire la tua voce di vetro tra i suoni
immaginare la tua vita di vespa tra i gesti.
Un’altra sigaretta per non pensare che a te
guastata dal mal di stomaco della fame.
Un’altra per sconfiggere il mal di mare
la nausea di vedermi ingombrante, insulso,
sospeso a mezz’aria; un’altra sigaretta
studiando, cantando, defecando, pisciando
facendo all’amore e dopo averlo fatto…
ma non mi capita mai:
di fare all’amore voglio dire.
Un’altra sigaretta davanti al telefono
il mozzicone mi bruciava le mani
e tu, indecifrabile… la conversazione
era come arrampicarsi su uno specchio.
002_la sigaretta 740

Foto : Collezione Fratelli Merloni. Riproduzione vietata

La penultima sigaretta l’ho fumata
nei passi da carcerato della stanza
in mezzo ai piccoli rumori mortificati
della carta mentre si straccia
della plastica mentre si incendia
della notte mentre sprofonda,
facendo un dispetto all’insonnia, alla rabbia
alla violenta voglia di avere vissuto.
Un’ultima sigaretta, ancora più faticosa,
nell’aria soffocante e desolata
sembra non avere senso
come un gesto insulso che resta segreto
come l’attesa.

Giovanni Merloni

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