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Frammenti I/II
Hai la tua stessa voce
delicata, di vetro sul vetro.
Mi parli ancora
al telefono, quando ti vedo.
Ma non mi ami più.
Sembra sempre che tu lo dica.
Sei il sole e la pioggia:
il sole brillato sul palmo della mano
la pioggia negli occhi brucianti di lacrime.
Ho perso una parola
da qualche parte: un verso
senza rima:
c’era scritto gorgo
e poi c’era detto,
sottinteso morte.
L’ho perduta. Da un’altra parte
ho trovato il tuo nome
Sei venuta, goffa e severa :
io dimentico tutto e mi ricordo
di tutto.
Ti devo un amore che va a rotoli
e sembra meraviglioso.
Ti devo un amore intimo,
doloroso, che sprofonda
in un abisso sublime.
Ti devo una gioia che fa scintille
e brucia, ma intanto
pur senza morire
si volatilizza.
Giovanni Merloni
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