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Davvero nessuno
« Qualcuno è morto.
Ha due segni sul labbro,
solo ieri è caduto. Da allora,
non si è più rialzato » :
me la porto così,
dentro me,
senza mai guardarla
negli occhi,
la buffa storia
della mia morte.
Per sopportarla,
mi calo una benda
sulla fronte,
immaginando che intorno
non ci sia
nessuno.
Davvero nessuno.
Quando le mani
saranno chiuse,
quando le voci
saranno spente, la mattina
non porterà più colazioni
sul suo vassoio
di luce.
Davvero nessuno.
Un pò strano, per me
che odio la solitudine,
il silenzio del cuscino
l’assenza di passi.
Oppure ci sarai tu
ma taceremo,
per paura che l’amore
si spezzi, o sparisca
in sconosciuti sentieri.
Nel silenzio, i ricordi
gonfieranno i tuoi occhi
la nuvola chiara
dei tuoi capelli,
ed il sole durerà,
ancora un poco.
Oppure ci sarà
troppa luce, o troppo
buio. Guardandoti,
sarò trasparente,
come una foglia.
Parlando a me stesso
(per sgridarmi,
per consolarmi)
sarò invece arcigno
come un macigno.
Davvero nessuno.
Troppo tardi qualcuno
ci regala una strana
impraticabile libertà
di amarci. Ma adesso,
nella penombra
dove tu aspetti
e mi guardi assorta,
ti sei bene accorta
che la vita,
d’un colpo sparita,
era, davvero, esistita.
Giovanni Merloni
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