• About
  • Indice delle Poesie pubblicate

il ritratto incosciente

~ ritratti di persone e paesaggi del mondo

il ritratto incosciente

Archives de Tag: Solidea

Storia d’ufficio

21 mardi Mai 2013

Posted by giovannimerloni in poesie

≈ Poster un commentaire

Étiquettes

Solidea

001_storia d'ufficio def 740Storia d’ufficio (1994)

Come lui è impossibile
diventarci.
La sua giacchetta lisa
a grandi quadrati
il suo occhio arrossato
cisposo
il suo parlare assennato
lamentoso.
I suoi sabati che si consumano
con le sue vittime
quei Dioscuri entusiasti
della sua portentosa memoria
dei suoi altisonanti dettati
fitti di fantasiose risposte
lunghissime, al muro.

Grisaglia, indossato il cappottino
aggrappato alla semivuota cartella
sempre accompagnato
ha spesso viaggiato.
Ha anche perlustrato, indagato
e da qualche parte abitato.

Si incontra talvolta
furtivamente
con il più anziano Romandini
e curvi, dandosi piccole pacchette
entrano nel negozio
del vinaio.
Bevendo si fa strada
il ricordo dolce
imbiondito dal sole riflesso
che illumina il bordo
del bicchiere.
«Quella volta del concorso
nemmeno un rimborso,
quella volta dell’esame
tutto quel ciarpame
di inutili fogli protocollo
tanto già si sapeva.
Quella volta del Comitato
il Presidente era agitato
gli mancò il fiato
ma il progetto sbagliato
fu lo stesso approvato».

Grisaglia singhiozza
ridendo disperato
e Romandini l’osserva
annoiato.
«Eravamo pressati
schiacciati dalla terribile morsa
di quel Duca mantovano
che ancora sta lì, a darsi
dannose arie».
Quasi ogni giorno
su quel tram stridente
si cercava di capire
come fare a reagire.
«Capivamo, mio duca sovrano
ma tu restavi lì
ineffabile dietro occhialetti Beria
a studiare un nuovo
impunito imbroglio
per mortificarci».

Tra gli scaffali metallici
del vinaio
si è potuta trovare una sedia gialla
per Romandini esausto
affannato.
Grisaglia guarda inerme
inebetito:
oltre il vetro
sulla via di cacche di cani
passa la ducale carrozza
che tira-correndo
pratiche incendiarie.
002_storia d'ufficio 740Ora si dileguano
fanciullescamente aggrappati
in un ricordo gassato, alticcio
i due colleghi sconfitti
finalmente incuranti
di inservibili dignità.
Ex tenaci conservatori
di ordinati scaffali
e disordinati protocolli
nonché
di geniali incaute soluzioni tecniche
ex orgogliosi
e rovinosamente onesti
disprezzati per questo
gesticolano rabbiosi
lanciando, sconfitti
all’implacabile
orditore di ricatti
un sospiro di invidia.

Come loro è impossibile
diventarci.

Giovanni Merloni

écrit ou proposé par : Giovanni Merloni. Première et Dernière modification 21 mai 2013

TEXTE EN FRANÇAIS

CE BLOG EST SOUS LICENCE CREATIVE COMMONS

Licence Creative Commons

Ce(tte) œuvre est mise à disposition selon les termes de la Licence Creative Commons Attribution – Pas d’Utilisation Commerciale – Pas de Modification 3.0 non transposé.

Essere, malessere

20 lundi Mai 2013

Posted by giovannimerloni in poesie

≈ Poster un commentaire

Étiquettes

Solidea

001_il tram 81 1994 740Essere, malessere (1994)

Essere, malessere
questo è il problema.
Sentire tuo malgrado
l’incauto che vocia il suo
ripetitivo “non-c’è-problema”
questo è il problema.

Diventare Romandini
identicamente invecchiare
dietro spesse lenti appannate
camminare incurvati
farfugliando da soli
il fastidio
del quotidiano viaggio pendolare
questo è il problema.

Sentirsi morto
per la vitalità grigia
degli usurpatori
questo è il problema.

Sorridere di nascosto
tra piacevoli suoni
cercando di distendere la mente
su remoti prati e fiori
stringendo nella memoria
il ricordo di un bacio
segreto e sconcio
questo è il problema.

Ingrigire in silenzio
dietro un vetro impolverato di smog
ricordando qualche eroismo
qualche piroetta
qualche insospettata bravura
qualche bravo
magari  meritato
questo è il problema.

Seguire dalla finestra
lo zoppicante Romandini
prima che volti l’angolo
e decidere, come nella cabala
se io e lui potremo mai
diventare uguali
questo è il problema.
002_essere malessere 740Trovarsi fuori
nella grande piazza informe
mani e piedi e gambe e braccia
che rimbalzano incerte
tra facce sornione o disgustate
silenziose, marroni
distanti mille miglia.
Entrare nell’abitacolo infuocato
e appuntare
su un foglietto imbrattato
con la biro squagliata
una insistente domanda
questo è il problema.

écrit ou proposé par : Giovanni Merloni. Première et Dernière modification 20 mai 2013

TEXTE EN FRANÇAIS

CE BLOG EST SOUS LICENCE CREATIVE COMMONS

Licence Creative Commons

Ce(tte) œuvre est mise à disposition selon les termes de la Licence Creative Commons Attribution – Pas d’Utilisation Commerciale – Pas de Modification 3.0 non transposé.

La nuova vita III/III

19 dimanche Mai 2013

Posted by giovannimerloni in poesie

≈ Poster un commentaire

Étiquettes

Solidea

001_trenino balduina 740

La nuova vita III/III (1992)

Ricomincia una nuova vita:
quantunque possa durare essa è nuova
compiacente e quasi dolce, ardua ma decifrabile
perfino lusinghiera.
Ha la dolorosa dolcezza dei ricordi
che affiorano a frotte
accarezzando il mio remoto orgoglio.

Ricomincia la vita, dopo la vita.
Una vita che sembra grigia
dopo i mille colori esplosi verso il cielo.
Le mille luci ora sprofondano nella nebbia
e i mille suoni giacciono, inerti
in una coltre di stoffa.

Ma sopravvivo, nonostante
le morse, gli stritolamenti, le cattiverie
l’assenza di entusiasmo e di distacco
l’assenza di gioia e stupore, l’assenza di parole
l’assenza di passeggiate. Sopravvivo
strisciando, accorto, contro il muro di mattoni
scacciando i pensieri nei giri viziosi, negli andirivieni
nelle lunghe inutili attese, nelle sale d’attesa
di mille stazioni.

002_portico ottavia 740

Ricomincia la vita
da questa agenda di numeri e nomi
da riempire o perdere, gettandola giù dal ponte
dove il treno immobile aspetta,
spento, nella notte.

003_eur ridotto antique 740

Giovanni Merloni

écrit ou proposé par : Giovanni Merloni. Première et Dernière modification 19 mai 2013

TEXTE EN FRANÇAIS

CE BLOG EST SOUS LICENCE CREATIVE COMMONS

Licence Creative Commons

Ce(tte) œuvre est mise à disposition selon les termes de la Licence Creative Commons Attribution – Pas d’Utilisation Commerciale – Pas de Modification 3.0 non transposé.

La nuova vita II/III

18 samedi Mai 2013

Posted by giovannimerloni in poesie

≈ Poster un commentaire

Étiquettes

Solidea

001_due donne 740 La nuova vita II/III (1992)

Camminiamo sbirciandoci appena
senza vera curiosità, ancora
intorpiditi, segnati, lacerati
da precedenti disastri.

Comincia un secondo tragitto
dentro il luccicante vetro e i tubi
di un’architettura costruita in fretta.

Comincia senza fretta il tran tran.
Cominciano i ragionamenti muti,
meschini, inconfessati.
Ricominciano, nei tempi morti
i piccoli sterili progetti di fuga
le piccole infime strategie di sopravvivenza.
002_istruzione 740Ricomincia un viaggio
a braccetto con altri simili, dissimili,
dentro i logoranti contrasti
gli inchini da automi,
le proteste da automi
acquistando in sè l’apatia
e quasi l’allegria
per questo grande accomodamento
per questo collettivo delirio
che toglie – elargisce
toglie – elargisce
toglie – elargisce.
003_circo massimo 740Affacciato alla notte
che corre dietro il finestrino
ritorno a casa.

Mentre il treno rasenta le case
le montagne di terra, i lavori,
io sfioro
con la bocca ferma
le visioni improvvise e custodisco,
chiusa nel veloce pensiero, la famiglia
che appena mi saluta,
sventolando i capelli, che mi aspetta,
muta, dietro il finestrino, tra i bagliori.
004_garbatella 740(continua)

Giovanni Merloni

écrit ou proposé par : Giovanni Merloni. Première et Dernière modification 14 mai 2013

TEXTE EN FRANÇAIS

CE BLOG EST SOUS LICENCE CREATIVE COMMONS

Licence Creative Commons

Ce(tte) œuvre est mise à disposition selon les termes de la Licence Creative Commons Attribution – Pas d’Utilisation Commerciale – Pas de Modification 3.0 non transposé.

La nuova vita I/III

17 vendredi Mai 2013

Posted by giovannimerloni in poesie

≈ Poster un commentaire

Étiquettes

Solidea

001_la nuova vita 740 La nuova vita I/III (1992)

Comincia con una testarda scommessa
(ancora una testarda! ancora una scommessa!)

Comincia sui piedi che devono ridiventare veicolo
per arrivi e partenze, per oziosi giri e per soste stupite
a guardare giù dai ponti di ferro.

Comincia la mattina, ma è ancora notte.
Un lumino è acceso nella gabbia
dell’edicolante. Subito si arriva alla stazioncina sconosciuta, quasi inventata.
Certo fatta-apposta-per-me.

Parte il trenino
strisciando tra i disegni stracciati
sfiorando il peso leggero
della giornata. Quasi con dolcezza
mi reca, fagotto di lana e fazzoletti verso la prima luce
affiorante dal finestrino bagnato.

Dondolando enumero, elenco
le città e i letti dove ho giaciuto, a volte, solo
dove ho camminato, attratto dalle case
dalle scalette di pietra, attratto perfino
dai brutti edifici industriali, dalle caserme diroccate,
dalle manifatture tabacchi dismesse ai limiti dei viali,
pascolate da pecore dal pelo ingiallito.

Ancora mi stupisce, come una carezza
ancora mi affascina il piccolo fumo
che rivela il risveglio operoso. Comunque operoso
anche se, a volte, qui da noi è un risveglio cialtrone,
infingardo.
002_la nuova vita 740Il trenino corre e traballa
rivelando grandi insospettate stazioni
e una piccola folla di insospettati umani
che si calano confortati, quasi privilegiati
nel groviglio discreto delle scale mobili.

Adoro davvero le pensiline,
le stazioni, le scale mobili,
i tapirrulan, le scalinate, i parapetti.
Li adoro e li temo.
Attratto a protendermi nel punto limite
che separa il mio mondo agitato, di carne ed ossa
dal brulichìo senza affanni
dal filmico incrociarsi di corpi
cappotti, berretti, borse
di questo popolo ingarbugliato
risvegliato con malefica dolcezza
e vorticosamente rimescolato
tra i colori e gli odori
dei vecchi palazzi di travertino
appena lambiti – come da un vento freddo –
dalle ombre e dal sole.
003_la nuova vita def 740(continua)

Giovanni Merloni

écrit ou proposé par : Giovanni Merloni. Première et Dernière modification 14 mai 2013

TEXTE EN FRANÇAIS

CE BLOG EST SOUS LICENCE CREATIVE COMMONS

Licence Creative Commons

Ce(tte) œuvre est mise à disposition selon les termes de la Licence Creative Commons Attribution – Pas d’Utilisation Commerciale – Pas de Modification 3.0 non transposé.

Non c’è più tempo (Solidea n. 10)

23 samedi Mar 2013

Posted by giovannimerloni in poesie

≈ Poster un commentaire

Étiquettes

Solidea

001_il n'y a pas de temps_piccolo_740

Non c’è più tempo

Trent’anni fa
mia amata
pretendevo
che tu telefonassi,
che prepotentemente
trafelata, seminuda
tu giungessi
a scompaginare
il mio disordine.

A vuoto pretendevo
a vuoto giravo
per le vie porticate
a vuoto soffiavo
nella mia tromba sfiatata.

Il mal d’amore
era sempre insopportabile;
ricominciare
somigliava a rinunciare;
imboccare la via
che punta all’orizzonte
era come scappare
di casa per sempre.

Sono passati trent’anni.

Anche adesso
mia odiata,
da te pretendo
lettere consolatrici
(ma fai presto).

C’è solo, perdona
uno strano problema:
in questo scrignetto
illuminato di notte e di giorno
è atteso con
festeggiamenti
il tuo corpo.

Senza condizioni
qui dentro
troveranno alloggio
i tuoi gesti
i tuoi ancheggiamenti
i tuoi profumi
il tuo odore
il caldo delle tue mani.

Chi meglio
delle tue dita
affusolate, morbide
sognatrici
saprà reggere
il mio corpo?

Il tempo finisce
mia dimenticata.
Per soffrire
dovendo ormai morire
non c’è tempo.
Da te pretendo
lettere sostenitrici
(ma sbrigati, altrimenti
non ci sarà più senso).

Bicchiere tra le tue dita
coppa nella tua bocca
vita tra i tuoi tremiti
dentro una cassetta rossa
dì posta elettronica
ti aspetto.

Giovanni Merloni

écrit ou proposé par : Giovanni Merloni. Première et Dernière modification 23 mars 2013

TEXTE ORIGINAL EN FRANÇAIS : http://wp.me/p2Wcn6-r5

CE BLOG EST SOUS LICENCE CREATIVE COMMONS

Licence Creative Commons

Ce(tte) œuvre est mise à disposition selon les termes de la Licence Creative Commons Attribution – Pas d’Utilisation Commerciale – Pas de Modification 3.0 non transposé.

Non lo dire sempre

22 vendredi Mar 2013

Posted by giovannimerloni in poesie

≈ Poster un commentaire

Étiquettes

Solidea

ne le dis pas toujours 740

Non lo dire sempre

Non lo dire sempre
con tono insistente
non sono non-udente
non sono intransigente
non sono assente
né un muro assorbente
a cui dire tutto e niente…

Non lo dire adesso – che mi ami lo stesso.
Non lo dire più – che valgo un Perù.
Non lo dire ancora – che io sono l’aurora.
Non lo dire al vento – che sei contento.
Non lo dire a me – che vuoi solo me.

Non lo dire sempre
con aria angosciata, con voce telefonata.
Ma fatti una risata se la vita è ritornata
ossessiva e affannata
tra le grinfie di una fata.

Non lo dire amore – che mi dai il tuo cuore
Non lo dire prego – che mi ti nego.

Non lo dire come una promessa
che mi farai contessa.

Non lo dire gioia – che non vuoi la noia.
Non lo dire caro – che il tuo amore è raro.

Non lo dire.

Ascolta me, quando parlo
o straparlo, o inseguo il tarlo.

Forse finirò per farlo.

Giovanni Merloni

écrit ou proposé par : Giovanni Merloni. Première et Dernière modification 22 mars 2013

TEXTE ORIGINAL EN FRANÇAIS : http://wp.me/p2Wcn6-qW

CE BLOG EST SOUS LICENCE CREATIVE COMMONS

Licence Creative Commons

Ce(tte) œuvre est mise à disposition selon les termes de la Licence Creative Commons Attribution – Pas d’Utilisation Commerciale – Pas de Modification 3.0 non transposé.

Si potrebbe dire

21 jeudi Mar 2013

Posted by giovannimerloni in poesie

≈ Poster un commentaire

Étiquettes

Solidea

001_si potrebbe_740

Si potrebbe dire

Si potrebbe dire
forse
che sei diventata cattiva
per aver chiuso di botto
i battenti sgangherati
delle tue ali di farfalla buia.

Si potrebbe giurare
forse
che sei diventata cieca
che brancoli tra ombre di mobili bui
mentre io
rimasto solo
passeggio a braccetto
del tuo fantasma incandescente
nella troppa luce
che ci elargisce questa stramba città.

Mentre io fotografo
riflessi
carte stagnole luccicanti e vetri
impolverati, cercandovi dentro
la tua bocca muta e farneticante
i tuoi occhi folli e tristi,
si potrebbe sospettare
che abbiamo offeso la natura
tradito i suoi dolci ritmi
le sue forze paradossali.

Mentre dò l’addio alla bigamia
ai suoi dolorosi
e fascinosi  patteggiamenti
mentre senza entusiasmo
cerco di accettare
il punto di vista di coloro
che per invidia
ti hanno voluto  ammaestrare,
si potrebbe dire
che hai già rinunciato
al tragico e magico selvaticume
che univa
i nostri due corpi.

«Ma mai avremmo potuto
ottenere il consenso da chiunque
avesse buon senso».

Si potrebbe immaginare
per vendetta
che sei rimasta prigioniera
imbavagliata, murata viva
da un velo nero e viola
che disperata protesti
mordi digrigni ruggisci
schizzando lapilli di dolore
dagli occhi insanguinati.

Ma non sono io a dirlo:
la mia bocca tace
per via del divieto
di inviarti messaggi.

(Da quando
ho smesso di parlare
un leggero rumore di fondo
un rassicurante cicaleccio
avvolge già le tue orecchie
spegnendo i suoni.
Finalmente il  silenzio.
Insignificanti foglietti
senza minacciose bellezze
svolazzeranno indisturbati
nella tua stanza
piccina picciò
affacciata sul prato.)

Si potrebbe dire
un giorno
che il tuo corpo era nel mio…
certo, eravamo noi due
quel mucchio di spasimi
carezzati dalla luce…
certo, anche tu
non arriverai mai
a negarlo. Anzi, forse
rimasta sola
con quel tanto atteso “ compagno”
gli sussurrerai tutte
le stupide paroline
che mai osasti dire a me
e, guardando attraverso l’unico forellino
scavato nel muro della tua prigione
(nella via senza nome)
ricorderai le mie parole:
«Scusa, scusa…»

Ma sarai tu a rotolarti devota
ai piedi del mio ricordo imbalsamato.
Eravamo nudi, pieni di forza
in piedi tra siepi abbandonate
screpolate e schiacciate dal sole
oppure, nascosti
dietro un’esile quinta di cartone
restavamo a lungo distesi,
avvolti dai giornali come foglie.

Tu volevi che il sole
durasse tutta la notte.
Io volevo che la notte
non si svegliasse mai.

Si dirà
(chi lo dirà?)
che siamo stupidi
ad amarci così, a lasciarci così
a restare legati
avviluppati in intricate lontananze
così.

Ma va così per noi
che siamo forti a metà
deboli a metà
coraggiosi e vigliacchi
a metà. Anche se
innamorati per intero.

002_spettrale_740

Morirò di confusione eccessiva
tu di spropositata certezza,
mentre gli altri
tronfi tutori di regole e di letti,
di assunzioni e licenziamenti
si divertiranno ad ostacolarci
gettandoci a casaccio, come dadi
truccati
contro il muro insanguinato
di questa incomprensiva città.

Giovanni Merloni

écrit ou proposé par : Giovanni Merloni. Première et Dernière modification 16 mars 2013

TEXTE ORIGINAL EN FRANÇAIS : http://wp.me/p2Wcn6-qH

CE BLOG EST SOUS LICENCE CREATIVE COMMONS

Licence Creative Commons

Ce(tte) œuvre est mise à disposition selon les termes de la Licence Creative Commons Attribution – Pas d’Utilisation Commerciale – Pas de Modification 3.0 non transposé.

Dove sei, ora?

20 mercredi Mar 2013

Posted by giovannimerloni in poesie

≈ Poster un commentaire

Étiquettes

Solidea

061_où es-tu maintenant_740

Dove sei, ora?

Dove sei, ora?

Dove sei, mio antico tesoro?
dove guardi? dentro? fuori?
riesci a sorridere?
stai almeno bene? respiri?
senti caldo, troppo caldo?
ascolti sconsolata il tic tac
toc toc
tic tac toc tuc
tiiiic taaac
dell’orologio?

A volte, quando mi sento
benevolo, quasi rilassato
nell’atroce dolore
scruto la tua malinconia in penombra
la tua rabbia inservibile
l’inesorabile silenzio
dei nostri telefoni senza fili,
oggetti ormai inutili
come i lenzuoli, i cuscini
le tende svolazzanti
gli asciugamani attorcigliati
le medicine prese a caso
il cibo inghiottito a caso.

La morte repentina è alle porte
canzonatoria. Si porta appresso
un’agonia fulminante
priva di indulgenza
che tu – chissà – potresti
interrompere,
irrompendo
nella magia della stanza
canzonata dal sole:
«Devo salutarlo!» potresti gridare
scompaginando le persone e le cose.
«Devo dirgli che l’amo!»
potresti confessare
a stento sorretta da
un uomo-lasciapassare.

Ma poi dovremmo dirci
un «ciao» ancor più definitivo
scalpitando i piedi
dentro al letto
mentre tu ti volti
e trascini fuori
la tua maschera di pianto
e ti porti via
per sempre, oltre la morte
la tua borsetta rossa
scivolata dalle spalle
il merletto sul collo
le dolci parole
che ora saltellano
come frammenti
bagliori, gesti insensati.

Dove sei ora?

Giovanni Merloni

écrit ou proposé par : Giovanni Merloni. Première et Dernière modification 20 mars 2013

TEXTE ORIGINAL EN FRANÇAIS : http://wp.me/p2Wcn6-qz

CE BLOG EST SOUS LICENCE CREATIVE COMMONS

Licence Creative Commons

Ce(tte) œuvre est mise à disposition selon les termes de la Licence Creative Commons Attribution – Pas d’Utilisation Commerciale – Pas de Modification 3.0 non transposé.

Datemi l’acqua

02 samedi Mar 2013

Posted by giovannimerloni in poesie

≈ Poster un commentaire

Étiquettes

Solidea

doria x blog_antique_740

Datemi l’acqua (1993)

Ho visto davvero
il lupo e l’agnello:
due ombre imbalsamate
presso le cascate
di un’acqua che sgorga
limpida e gelata
nell’antica passeggiata.
L’aria e l’acqua, lassù
ancora si mescolano
come acquarelli
nel profumo di verdi prati
di gialli fienili abbandonati
di rossi pomeriggi addormentati.

Tornavamo a Roma
all’inconfondibile
ritrovato odore di chiuso
della casa grigia e bianca
ai divani esausti
ai libri scoloriti
ai quaderni arricciati.
E l’acqua, in cucina
prima calda poi fresca
poi freddissima, gelata
calcica, ferrigna
ci vomitava in gola
inaspettati meandri
sotterranei sciacquii
muschi di statue sommerse
e infiniti avvitamenti
senza peso, a ritroso
dentro un gorgo di palombari.

Con gli anni
ci mettemmo alla prova
studiammo, applicandoci
cercammo
di capire, di ragionare
progettammo insofferenti però
delle lunghe tavolate oziose.
Fummo ignorati
e noi stessi ci ignorammo
fummo evitati
e noi stessi ci evitammo.
E il magma della particulare
prepotenza
occupò spazi, giardini
fossi, arenili, pinete
boschetti.
I pali e i pozzi
entrarono in modo malvagio
irrimediabile
dentro caverne spettrali.
I nuovi abitanti
dilagavano beati
nei supermercati
nelle villeggiature
nelle piste falciate
nelle passeggiate cementate
consumando
merende invadenti
addosso a dolci laghetti
iridescenti.

Ora l’acqua
chi lo sa se si può bere
ora l’aria
chi lo sa se si può respirare
ora l’amore
chi lo sa se si può
nascostamente
desiderare.

Non fatico a immaginare
gli uomini che bevono
la propria urina
forse malata
le donne che inghiottono
immonde carte oleate
e masse di scimmioni sapiens
che muoiono calpestandosi
in marce accalcate:
un istinto di morte
devasta l’orizzonte
che, tuttavia
si ostina ad apparire
luminoso, consolatorio
ancora disposto
a resuscitare

Guardando
il rubinetto che scorre
tastando nel silenzio notturno
il liquido sul dito
sempre caldo
mi avventuro
nell’incauto ricordo
forse sogno
di topo di campagna
nel dolcissimo disperato
vagheggiamento
di quel brillante sgorgare
ristoratore materno
definitivamente morto
inaccessibile, pregiato.

Malconcio e sconcio
bevo lo stesso
un’acqua mescolata a cicuta
che lentamente
irrimediabilmente
mi riaddormenta.

Giovanni Merloni

écrit ou proposé par : Giovanni Merloni. Première et Dernière modification 2 mars 2013

TEXTE ORIGINAL EN FRANÇAIS : http://wp.me/p2Wcn6-gs

CE BLOG EST SOUS LICENCE CREATIVE COMMONS

Licence Creative Commons

Ce(tte) œuvre est mise à disposition selon les termes de la Licence Creative Commons Attribution – Pas d’Utilisation Commerciale – Pas de Modification 3.0 non transposé.

← Articles Précédents
Articles Plus Récents →

Catégories

  • il ritratto incosciente
  • il ritratto incosciente di una tavola
  • poesie
  • racconti

Mots-clés

Aldo Natoli Ambra Anne Philipe Antonio Gramsci Auguste Renoir Battaglia di Valle Giulia Bologna Bonjour Anne Caramella Carlo Levi Carlo Marx Casalvieri Cesena Claudio Morandini Como Dante Dario Fo Destinataria sconosciuta Diario di sbordo Edward Hopper Emilia-Romagna Facoltà di Architettura Gabriella Merloni Ghani Alani Giorgio Muratore Giorgio Strehler Giovanni Pascoli Gérard Philipe Herbert Marcuse I Giganti della Montagna Isola Dovarese Italia Jean Genet Jerôme La Boétie Lettrici Luciana Castellina Lucio Magri Ludwig van Beethoven Luigi Pirandello Luna Marina Natoli Mario Quattrucci Massimo Summa Maurizio Ascani Mirella Summa Montaigne Napoli Nuvola Omero Ossidiana Parigi Patrizia Molteni Pierangelo Summa Pier Paolo Pasolini Pierrette Fleutiaux Prima dell'amore Prima di Bologna Radio Aligre Renato Guttuso Renato Nicolini Roma Romagna Romano Reggiani Rossana Rossanda Sara Summa Sogliano al rubicone Solidea Stella Stéphanie Hochet Testamento immorale Théâtre des Déchargeurs Tiresia Virgilio Zazie

Articles récents

  • Destinataria sconosciuta – Segni di sopravvivenza n.1
  • Tira a campare (Diario di sbordo n. 11)
  • Un Napoletano a Parigi/2 (Diario di sbordo n. 10)
  • Un Napoletano a Parigi/1 (Diario di sbordo n. 9)
  • A vederti volare (Zazie n. 48)
  • Una camicia bianca che ondeggia libera nel vento (Nel frattempo n. 3)
  • Un’anima sorridente (Lettrici n. 5)
  • Quel pomeriggio che persi la penna stilografica (Stella n. 32)
  • Stella, indice delle poesie
  • Istante blu (Lettrici n. 2)
  • Se un giorno si potesse rinunciare… (Zazie n. 43)
  • Il mio libro più bello lo hai scritto tu (Zazie n. 60)

Archives

  • janvier 2021
  • novembre 2016
  • septembre 2016
  • mars 2016
  • février 2016
  • janvier 2016
  • décembre 2015
  • novembre 2015
  • octobre 2015
  • septembre 2015
  • août 2015
  • juillet 2015
  • juin 2015
  • mai 2015
  • avril 2015
  • janvier 2015
  • décembre 2014
  • août 2014
  • juillet 2014
  • juin 2014
  • mai 2014
  • avril 2014
  • mars 2014
  • février 2014
  • janvier 2014
  • décembre 2013
  • novembre 2013
  • octobre 2013
  • août 2013
  • juillet 2013
  • juin 2013
  • mai 2013
  • avril 2013
  • mars 2013
  • février 2013
  • janvier 2013
  • décembre 2012

Copyright

I TESTI e le IMMAGINI pubblicati su questo blog
sono protetti da ©Copyright.
Non utilizzare le immagini o i testi
senza la mia autorizzazione, GRAZIE.

Pages

  • About
  • Indice delle Poesie pubblicate

Blogroll

  • giovanni merloni

Propulsé par WordPress.com.

  • Suivre Abonné∙e
    • il ritratto incosciente
    • Vous disposez déjà dʼun compte WordPress ? Connectez-vous maintenant.
    • il ritratto incosciente
    • Personnaliser
    • Suivre Abonné∙e
    • S’inscrire
    • Connexion
    • Signaler ce contenu
    • Voir le site dans le Lecteur
    • Gérer les abonnements
    • Réduire cette barre
 

Chargement des commentaires…