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Un paesaggio soffocante (1971)
Io mi lego al passato.
Il passato mi tira
per la manica,
mi immobilizza.
Nella coltre del mio cappotto
un tempo lunghissimo
si è addormentato
con tutto il suo peso
e continua a galleggiare
intorno a me, prigioniero
di una scatola da scarpe
pullulante di ricordi
come uccelli spaventati
che volano bassi
sopra una terra smossa,
sfiorando le siepi
e i fili spinati
i campi arati
e i pupazzi di neve….
Questa è la storia
maldestra
di un solitario sognatore
convinto di passare inosservato
che è stato, invece,
accerchiato
e perfino viziato
perché non vedesse,
perché non scavasse
nel fondo del pozzo
col suo sguardo
scandaloso e concreto.
Questa è la storia
di uno squattrinato
abbastanza dotato
che ha sempre trovato
qualche aiuto svogliato
che nessuno, peccato
ha veramente ascoltato..
Nel cliché
che fu coniato per me
le mie dure sofferenze
non erano sincere
o erano un lusso.
E se invece
si trattava di gioie
prese al volo, assai rare
ero, allora,
sempre pronto
a fare il comodo mio :
« Non è mai contento
di quello che ha »,
si diceva in città.
Io sono come un arnese
che non volerà mai
i miei legni marciranno
incrostandosi
di ruggine e viti
le mie eliche dure
e contorte gireranno
a vuoto, aspettando
stupidamente
la morte.
Ma che bravo il nostro
Giovannino
che sa parlare così bene
così piccolo
ma che tipo,
vedete, un artista,
ma un po’ troppo
originale
ancestrale
diverso.
Ha sporcato il muro
con questi pupazzi
ha fatto un disegno
interessante,
ma un po’ strano,
senza capo né coda.
Nessuno mi ha pagato
per parlare
per disegnare parole
sui muri
per descrivere la sospensione
di ogni uomo
l’ambiguità eroica
di questa società.
Del resto
non potrò mai sfuggire
al mio strambo destino.
Fino all’ultimo giorno
se ridurrò i piaceri
accumulerò i doveri
E più mi sforzerò
di essere coerente, leggero,
distaccato,
più mi troverò assediato,
costretto nei goffi vestiti
di un paesaggio soffocante.
Giovanni Merloni
écrit ou proposé par : Giovanni Merloni. Première et Dernière modification 19 juillet 2014
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